[A cura di: Immobiliare.it]
I nidi in casa. Una tendenza sempre più diffusa anche in Italia quella di cui si è occupata il portale Immobiliare.it, illustrandone gli aspetti burocratici, legislativi ed amministrativi, anche in ambito condominiale.
Partiti dal Nord Europa, da cui deriva il nome originale Tagesmutter (madre di giorno), negli ultimi anni, infatti, i nidi domestici si sono fatti strada anche nel nostro Paese, a partire dal Trentino Alto Adige. Questa particolare tipologia di asilo nasce sia in risposta alla crisi economica, che ha portato molte persone a reinventarsi una professione, sia alle esigenze sempre più specifiche dei genitori, che lavorano e che molto spesso non riescono ad avere accesso alle graduatorie per gli asili pubblici. Immobiliare.it ha quindi tracciato le linee guida per disegnare la casa perfetta per avviare un nido in famiglia, a prova di bambino e a norma di legge: consigli utili sia per chi intende iniziare l’attività nel proprio immobile, sia per chi si appresta a cercarne uno sul mercato.
1. Normativa. La normativa sui nidi in casa viene stabilita da ogni singola regione italiana, anche se esistono regole comuni e valide in tutto il Paese. Il primo suggerimento, prima di approcciarsi alla ricerca di un immobile ex novo, è quella di consultare bandi e norme della propria regione di appartenenza. Questo anche in virtù della possibilità di accedere a speciali bandi, sovvenzionati da fondi europei, per la ristrutturazione e la riorganizzazione degli spazi di un immobile da adibire a nido in casa.
2. Contratti. Non esistono restrizioni sulla forma contrattuale in cui la Tagesmutter occupa l’appartamento. Per definizione il nido in casa viene aperto nell’appartamento in cui si vive stabilmente, sia che si tratti di un immobile di proprietà sia che lo si abbia in locazione o comodato d’uso. Previ accordi e scritture private è possibile iniziare un’attività anche nei locali condominiali comuni, purché siano conformi alle regole regionali.
3. Utenza. Il numero di bambini ammessi presso un asilo in casa varia a seconda delle regioni: mediamente a ogni educatrice possono essere affidati dai 4 ai 5 bambini, che arrivano, ad esempio, a 10 in Abruzzo. La cosa fondamentale, nell’ottica di una casa a norma, è quella che ad ogni bambino corrispondano 4 metri quadrati, in un ambiente lontano dagli spazi abitativi e ben separato dalla cucina. Ai piccoli deve essere garantita la massima libertà di gattonare o camminare senza incorrere in pericoli. In alcune regioni è previsto anche l’obbligo di disporre di spazi esterni.
4. Ambienti. Gli ambienti interni devono essere sempre puliti, areati e luminosi. Per fare un esempio, in Trentino Alto Adige non è possibile avviare un nido in casa nei seminterrati.
5. Impianti. È necessario possedere la dichiarazione di abitabilità dell’immobile e avere degli impianti elettrici, idrici e del gas a norma, certificati e la cui manutenzione ordinaria sia dimostrabile e documentata. Tutte le prese di corrente negli ambienti riservati ai bambini devono essere coperte con gli appositi dispositivi presenti sul mercato.
6. Il condominio. Prima di avviare qualsiasi tipo di procedura finalizzata all’apertura di un nido in casa, è necessario verificare il proprio regolamento condominiale, qualora si viva in un palazzo. In alcuni casi infatti è vietato il passaggio di persone in quantità superiori alla norma per non disturbare gli altri inquilini.
7. L’arredamento. Va pensato in maniera funzionale ai più piccoli: tavoli, mensole e altri complementi devono essere dotati di paraspigoli. Bando a mobilio riciclato per risparmiare: meglio investire in nuovi elementi che siano idonei alla sicurezza dei bimbi. Sarebbe consigliabile rivestire le pareti dell’area bambini con pannelli morbidi che attutiscano gli urti. Si deve inolotre disporre di una cucina in cui preparare le pappe, ma che rimanga ben lontana dall’area gioco.
8. La nanna. La casa necessita di uno spazio adibito a zona riposo con lettini: questa può essere realizzata sia all’interno dell’area gioco, sia in un ambiente separato. Nell’ottica del benessere dei bambini la seconda opzione è la migliore, permettendo loro di riposare anche mentre gli altri giocano.
9. I servizi. Nascendo come attività da svolgere in casa propria, non è necessario che un nido in casa abbia un bagno separato da quello che si utilizza regolarmente in famiglia. È però importante che sia dotato di un fasciatoio.
10. Fiscalità. Le imposte previste per la casa, sia essa di proprietà o in locazione, vengono calcolate come un’abitazione comune, non essendo quella delle Tagesmutter valutata come attività commerciale fonte di reddito.