[A cura di: Daniele Barbieri – segretario generale Sunia]
Dopo 13 anni di latitanza del Ministero delle Infrastrutture – più volte denunciata dal Sunia – finalmente la nuova convenzione nazionale sui contratti di locazione a canone agevolato, sottoscritta ad ottobre dalla stragrande maggioranza delle organizzazioni della proprietà e degli inquilini, è ufficialmente operativa con la pubblicazione sulla G.U. del 15 marzo del Decreto Ministeriale che la recepisce. È un atto indispensabile per stabilire il quadro entro il quale debbono essere definiti gli accordi territoriali sui canoni che dovranno essere praticati per usufruire delle agevolazioni fiscali previste per i contratti concordati che, ad oggi, rappresentano circa il 25% del totale dei contratti di locazione.
Si apre ora una nuova fase di rinnovo e aggiornamento degli accordi territoriali per gli oltre 700 Comuni ad alta tensione abitativa e per quelli per i quali sia stato deliberato lo stato di emergenza. Un lavoro che il Sunia, insieme alle altre organizzazioni, ha già avviato in attesa della pubblicazione del Decreto subito dopo la firma della Convenzione nazionale e che intensificherà nei prossimi giorni.
Ma la convenzione nazionale, pur importante, rappresenta solo uno dei fattori sui quali costruire una solida politica abitativa che risponda alle esigenze della domanda debole. Ed anche i contratti concordati possono funzionare solo a condizione di rifinanziare adeguatamente il fondo di sostegno alla locazione azzerato nel 2016 e nel 2017, rimodulare il sistema delle detrazioni, e stabilizzare le agevolazioni fiscali (la cedolare secca al 10% scade alla fine del 2017).