Registro di anagrafe condominiale e trasmissione ereditaria della proprietà dell’alloggio. Un problema non raro nei condomini. Di seguito il quesito posto da un lettore di Italia Casa e il parere espresso dall’avvocato Chiara Magnani di Parma.
IL QUESITO
D. In un condominio una unità immobiliare risulta di proprietà di una persona da tempo deceduta. Sono a conoscenza del fatto che gli eredi sono più di uno, ma nulla più. L’unico erede di cui conosco il recapito non ha risposto alla lettera con cui l’amministratore (il sottoscritto) chiedeva un aggiornamento dei dati relativi alla proprietà. Come devo regolarmi per una corretta tenuta del registro di anagrafe condominiale?
LA RIPOSTA (a cura dell’avv. Chiara Magnani)
Certamente potrebbe interpellare l’Agenzia delle entrate, per capire se e quando è stata aperta la successione, nonché lo stato della posizione, nonché verificare tramite una visura catastale chi sono gli attuali proprietari del bene. Ricordo come, fino all’accettazione dell’eredità, si è solo chiamati all’eredità, mentre soltanto con l’accettazione dell’eredità si diventa eredi con tutte le conseguenze da ciò derivanti. Occorre certamente mettere in preventivo anche una eventuale ritrosia da parte delle competenti autorità a fornire le informazioni di cui sopra, ma è altrettanto vero che l’amministratore, ex art. 1130 n. 6 del codice civile, ha l’obbligo di tenere il registro dell’anagrafe condominiale nel quale riportare le generalità e i dati del proprietari, del titolare di diritti reali e personali, nonché i dati dell’immobile. Pertanto, risulta soggetto pienamente titolato a richiedere le suddette informazioni nell’ambito di una corretta e completa esecuzione al mandato ricevuto dall’assemblea. Si evidenzia, infine, come sia onere del condomino comunicare le eventuali variazioni afferenti i proprietari e/o il bene immobile entro 60 giorni dal verificarsi.