Quotidiana fonte di affetto, gli animali domestici, nel corso dell’anno, si trovano frequentemente al centro di diatribe condominiali: controversie che il divieto di impedirne la detenzione, introdotto dalla legge 220/2012, non è riuscito a stemperare. Con l’approssimarsi delle ferie estive, tuttavia, il problema si sposta dal condominio alle case vacanza o alle strutture ricettive in genere. Proprio su quest’aspetto si è focalizzata l’ultima ricerca svolta a Torino dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni (compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia), da cui è emerso che i residenti subalpini hanno molto a cuore i propri animali domestici, al punto che più della metà di essi (78%) è convinta che il proprio compagno a quattro zampe andrebbe portato in vacanza, e solo il 6% lo affiderebbe a parenti e amici. Il 10%, infine, lo lascerebbe in casa con la garanzia che una persona possa badare alle sue necessità. Il legame è così forte da considerarli membri effettivi della famiglia (44%), per il 18% rappresentano una compagnia, il 20% vede in loro invece un amico fidato.
Ma l’argomento coinvolge l’Italia intera: secondo i dati Eurispes, raccolti nel Rapporto Italia 2016, almeno la metà degli italiani accudisce qualche animale da compagnia. Tuttavia, non è tutto rose e fiori come sembra: secondo la LAV, ogni anno in Italia sono abbandonati in media 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
Dalla ricerca emerge certamente anche una forte solidarietà nei confronti degli animali, specialmente quando si parla di sanzioni: secondo la quasi totalità dei torinesi (98%), le leggi che rendono reati l’abbandono e il maltrattamento degli animali non solo sono giuste, ma dovrebbero addirittura essere più severe. Molti intervistati sotto la Mole sono però d’accordo nell’affermare che un animale domestico, sia a casa che in vacanza, richiede impegno e attenzioni particolari: se per il 26% potrebbe limitare la propria libertà, il 42% teme che possa fare del male alle persone, ma c’è anche chi ha paura che scappi (34%) o che provochi danni alle cose (36%). Per evitare tutto ciò, i torinesi corrono ai ripari tenendo l’animale sempre sotto controllo (36%), o, nei casi più difficili, facendolo educare da esperti (22%). Solo il 28%, infine, stipula una polizza assicurativa per tutelarsi dai danni che l’animale potrebbe causare agli altri.
Se i torinesi sanno come tenere a bada i comportamenti dei loro fedeli compagni, pare non sia così nei confronti dei loro simili. Secondo la ricerca, il 24% degli intervistati ha dichiarato che gli esercizi pubblici che non ammettono animali al loro interno fanno bene, ma non per motivi di igiene o perché potrebbero dare fastidio: il motivo principale è il comportamento dei loro padroni, che spesso non hanno rispetto per le altre persone.