Dopo le associazioni della proprietà, anche la Federazione degli immobiliaristi interviene in merito ai dati Ocse, che avrebbero sostanzialmente certificato un’eccessiva incidenza dell’imposizione fiscale sulla casa degli italiani. Come denuncia il presidente Fiaip Paolo Righi (nella foto), “l’aumento negli ultimi anni delle aliquote fiscali sugli immobili viene finalmente registrato anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Oggi è necessario che il carico fiscale sul mattone subisca una netta flessione, le case valgono meno e sono tassate sempre più. La pressione fiscale sulla casa non è più sostenibile e ritrovare la redditività degli immobili ed un nuovo apprezzamento del valore delle abitazioni dovrebbe essere l’obiettivo di un Governo che vuole rilanciare l’economia e tutelare i due terzi delle famiglie italiane, giovani ed anziani e chi ha investito i risparmi di una vita nel mattone come bene rifugio”.
In sostanza, l’Ocse, nel proprio rapporto, ha confermato la tendenza degli ultimi anni verso una maggiore imposizione fiscale sugli immobili in Italia, che ha portato la casa a divenire un vero e proprio Bancomat per le Casse dello Stato.
“Insomma, dopo anni ed anni di denunce da parte delle principali associazioni di categoria del comparto immobiliare, come Confedilizia e Fiaip, l’Ocse ha riconosciuto che l’Italia, insieme ad Argentina, Belgio, Turchia, Ungheria e Sud Africa, è tra i Paesi che hanno visto le tasse sulle proprietà registrare aumenti significativi in relazione al valore complessivo del Pil”, commenta la Federazione degli immobiliaristi, il cui presidente sottolinea: “Sosteniamo da tempo che tutti i Paesi europei ed Extra – europei, che hanno visto negli ultimi anni significative crescite del PIL, sono usciti dalla crisi utilizzando l’immobiliare come motore per la crescita e lo sviluppo dell’economia e per creare nuova occupazione. Ricordiamo, ancora una volta, che più di 45mila italiani hanno già acquistato abitazioni all’estero a causa dell’alta tassazione fiscale sugli immobili nel nostro Paese: un dato che fa riflettere, in quanto si tratta di quasi il 25% del totale delle compravendite immobiliari. Riteniamo pertanto cruciale, già nella prossima manovra economica, l’utilizzo della leva fiscale per abbattere la pressione fiscale sull’immobiliare e ridare fiato all’economia del Paese”.