[A cura di: avv. Gabriele Bruyère. Pres. naz. Uppi – dott. Jean-Claude Mochet, pres. commissione fiscale Uppi]
Il nuovo modello RLI, introdotto con il provvedimento del 15 giugno 2017, n. 112605, e utilizzabile dallo scorso 19 settembre per la registrazione dei contratti di affitto e locazione evidenzia, sia nella versione RLI “software” che in quella “web”, alcune criticità che stanno creando dubbi e perplessità negli utilizzatori del servizio, e che talvolta ne paralizzano l’operatività, facendo incorrere nel pagamento di sanzioni e interessi tutti quegli adempimenti (proroghe, cessioni, risoluzioni, ecc.) scartati successivamente al 19 settembre.
Di fatto, l’attività della trasmissione telematica è rimasta paralizzata nelle giornate del 19 e del 20 settembre, mentre il giorno 21 settembre è divenuta operativa la versione 2.0.1. che ha parzialmente risolto alcune criticità. Ciò nonostante, rimangono a tutt’oggi irrisolti problemi riguardanti le trasmissioni telematiche in cui conduttore o locatore risultano essere società.
Inoltre, quando si procede con gli “adempimenti successivi” viene richiesta la tipologia di contratto, l’importo del canone e la durata del contratto. Tale domanda risulta impropria, in quanto tali informazioni sono già state fornite al momento della registrazione del contratto di locazione.
Il sistema chiede se optare per la cedolare secca anche quando è preclusa. Inoltre, la compilazione della sezione relativa alla cedolare secca viene richiesta anche in caso di risoluzione del contratto di locazione, sebbene il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 7 aprile 2011 n. 55394 escludesse la possibilità di optare per la cedolare in sede di risoluzione, se non con riferimento alla disciplina transitoria. Neppure la guida alla registrazione è di aiuto, in questo caso, in quanto aggiornata ancora al 23 ottobre 2014.
Infine, in sede di esercizio o meno dell’opzione, vengono richiesti i dati degli immobili sebbene tali dati fossero già stati indicati in sede di registrazione iniziale. Anche in questo caso, la registrazione non va a buon fine se non vengono indicati tutti i dati mancati o se i dati non sono stati caricati dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate per i contratti registrati allo sportello.
Per tali ragioni l’U.P.P.I. chiede al Governo e al Direttore dell’Agenzia delle Entrate di non sanzionare i modelli RLI scartati dal 19 settembre fino al perfezionamento del software, permettendo quindi la ritardata trasmissione telematica.