Sono stati gli stessi residenti di un condominio di Piacenza a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Il motivo? L’ennesima lite tra due dirimpettaie consumatasi nei pressi della tromba delle scale e sfociata in una vera e propria rissa. Quando gli agenti sono intervenuti hanno provveduto a separare le due donne e a raccogliere le dichiarazioni di entrambe. A quanto sembra, non è stata riscontrata una causa scatenante all’origine della colluttazione, a parte normali screzi e lamentele dovute proprio ai cattivi rapporti di vicinato. Sul posto sono state fatte arrivare anche due autoambulanze, con le quali le “duellanti” sono state trasportate in ospedale per accertamenti e dimesse poco dopo.
Una collaboratrice domestica di 55 anni è stata denunciata con l’accusa di aver sottratto la carta d’identità, il blocchetto degli assegni e la tessera bancomat di un’anziana di Catania, presso la quale prestava servizio. Nei guai è finita anche la sorella della badante, una donna di 40 anni, che avrebbe poi incassato, su mandato della 55enne, tre titoli bancari del valore complessivo di 9mila euro, provenienti dalla pensione della datrice di lavoro truffata. A far scattare le indagini è stata proprio quest’ultima, denunciando la scomparsa del bancomat al proprio istituto di credito, allo scopo di farsi consegnare una nuova tessera. Dalle successive intercettazioni della polizia di Stato è emerso che le autrici del furto e della successiva ricettazione, erano le due sorelle.
Sconcertante ritrovamento nel napoletano, in una casa del centro storico di Torre del Greco, da parte dei servizi sociali e degli agenti di polizia del commissariato locale. Segregata al suo interno, in condizioni igieniche disastrose, i poliziotti hanno trovato una ragazza disabile di 15 anni, costretta a restare a letto a causa delle difficoltà motorie. L’allarme era scattato a seguito delle segnalazioni dei vicini, infastiditi dal cattivo odore proveniente dall’abitazione. Quando, eluse le resistenze dei genitori, di 56 e 43 anni, i soccorritori sono riusciti ad entrare nell’appartamento, su disposizione del Tribunale dei minori, hanno prelevato la minorenne e l’hanno trasportata all’ospedale per le visite del caso. Adesso si trova in una casa famiglia dell’hinterland napoletano.
Una donna di 56 anni, residente in un alloggio di Torino, è stata colpita da un provvedimento di divieto di dimora, emesso dal tribunale, per aver continuato ad inveire contro i suoi vicini di casa, di origine straniera. La 56enne era stata già protagonista di vicende analoghe nel corso degli ultimi anni, finendo per essere condannata per stalking a due anni e sei mesi di reclusione, con l’aggravante dell’odio raziale. Scontata la pena, era tornata a vivere nell’appartamento, riprendendo le vecchie abitudini nei confronti dei vicini. Tra queste, cospargere di sale e grasso la superficie del pianerottolo, gettare alcol sulla porta d’ingresso, abbandonare escrementi di cane sullo zerbino e, dulcis in fundo, minacciare i vicini di far loro fare la stessa fine della famiglia di Erba.
Tentato furto finito male per un giovane di 27 anni che, nel cuore della notte, si aggirava con fare sospetto nell’androne di uno stabile in provincia di Bologna. Il 27enne, incensurato, non aveva fatto i conti con uno degli inquilini, un uomo di 40 anni esperto di arti marziali, che quella sera stentava a prendere sonno. Uditi alcuni rumori provenire dall’ingresso, il karateka si era insospettito, dirigendosi verso la porta della propria abitazione. Non vendendo le luci della scala accese, ha deciso di affrontare quella sagoma scura chiedendo cosa stesse facendo lì al buio. Non ricevendo risposta e vedendo che si stava allontanando, ha deciso di bloccarlo con una mossa di karate, per poi chiamare la polizia.
Un giovane milanese di 35 anni è morto nella casa di montagna dove stava trascorrendo un periodo di villeggiatura insieme ai suoi genitori. L’assurdo incidente che ha causato il decesso è stato lo scoppio di un ordigno della prima guerra mondiale, recuperato qualche giorno prima, durante una passeggiata con gli amici, lungo un sentiero montano poco distante. La deflagrazione è avvenuta nel garage della villetta per cause ancora da accertare, mentre il giovane stava armeggiando con il residuato bellico. All’improvviso lo scoppio che gli ha tranciato di netto la mano, ma sarebbe stata una scheggia ad ucciderlo, perforandogli il cuore. Quando il padre del 35enne lo ha raggiunto dopo aver sentito il boato, è riuscito ad ascoltare le sue ultime parole: “Ho combinato una cavolata”.