[A cura di: Reale Mutua]
Pensando al proprio futuro e all’eventualità di trovarsi ad affrontare un problema di non autosufficienza, più di un torinese su due (51%) teme che i suoi mezzi economici non basteranno per sostenere i costi dell’assistenza. È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare. Un dato che evidenzia come la non autosufficienza, oltre a incidere sulla qualità della vita del malato e di chi gli è vicino, per una fetta consistente di torinesi rappresenti un problema gravoso anche per le stesse finanze personali. Al punto da nutrire forti dubbi sulla capacità di far fronte alle spese con i propri risparmi.
Ma se gli abitanti di Torino si dicono pessimisti sul domani, le loro preoccupazioni sono confermate anche dalla situazione attuale del nostro Paese. I numeri parlano chiaro: secondo le rilevazioni del Censis, sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione. Tra questi, le persone con una condizione di non autosufficienza grave, costrette in modo permanente a letto, su una sedia a rotelle o comunque confinate nella propria abitazione per impedimenti fisici o psichici, superano gli 1,4 milioni.
Alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione e delle trasformazioni del welfare pubblico, il “peso” della non autosufficienza ricade in gran parte sulle famiglie. È sempre il Censis a rilevare come, ad esempio, ben 910.000 famiglie italiane si siano dovute autotassare per far fronte al costo privato dell’assistenza, e altre 561.000 abbiano già utilizzato i propri risparmi arrivando anche a indebitarsi.
Ma, guardando al domani, come pensano i torinesi di affrontare i costi della non autosufficienza? Il 60% si rivolgerebbe ai sussidi messi a disposizione dal sistema di welfare pubblico, come l’assegno di accompagnamento, mentre il 55% attingerebbe fino in fondo ai propri risparmi.
Qualora i soldi non bastassero, per il 12% degli abitanti di Torino la soluzione sarebbe quella di vendere i propri beni, come l’abitazione, mentre una quota analoga arriverebbe a indebitarsi, chiedendo un prestito alla propria banca o ai familiari. Per non arrivare a questi estremi, il 28% dei torinesi agirebbe per tempo stipulando una polizza assicurativa specifica che garantisca prestazioni e servizi adeguati per far fronte alla problematica, oltre a fornire un sostegno economico.
“Dalle risposte che abbiamo raccolto con la seconda puntata del nostro Osservatorio sul welfare, emerge la preoccupazione, da parte degli italiani, per i costi legati all’eventuale perdita dell’autosufficienza loro o di un loro caro – afferma Anna Deambrosis, responsabile della Direzione welfare di Reale Mutua -. Il problema è serio e concreto, anche alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione che, nel tempo, accrescerà il fabbisogno di cure e assistenza. Per questo motivo, diventa sempre più importante favorire lo sviluppo di misure di assistenza sanitaria integrativa. Da parte nostra, ovviamente, siamo già attivi nel rispondere a questa crescente domanda di welfare attraverso piani dedicati, che fanno leva sul network di strutture socio-sanitarie convenzionate, su professionisti e operatori specializzati, e sull’innovativo servizio di telemedicina”.