[A cura di: Santino Taverna – pres. naz. Fimaa]
Nel settore immobiliare si intravedono segnali di ripresa per le grandi città, ma nelle province permangono tuttora elementi di sofferenza. Tanti territori e, soprattutto, tante famiglie italiane non percepiscono ancora gli effetti positivi di una economia in fase di risalita.
Occorrono interventi politici decisivi, per trasformare i segnali di ripresa in un rilancio strutturato anche per il settore immobiliare. A beneficiarne sarebbero tutti i comparti dell’economia del Paese. L’imposizione fiscale sugli immobili, adottata negli ultimi anni, non contribuisce alla ripartenza del mercato. Serve più coraggio. Si deve partire dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva per allentare la pressione fiscale su famiglie ed imprese. Ciò è indispensabile per poter ridare ossigeno all’economia del Paese e recuperare le centinaia di migliaia di posti di lavoro persi a causa della crisi.
Ben vengano le agevolazioni fiscali sulla casa per le quali Fimaa – Confcommercio, con il Ministero dell’Economia e Finanze ed altre associazioni, si è impegnata nella campagna informativa #CasaConviene. Il recente bonus verde per giardini e terrazzi e la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva inseriti nella manovra 2018 sono elementi positivi, ma non ancora sufficienti per rilanciare il mercato. Lodevole sarebbe l’applicazione della cedolare secca per gli affitti commerciali, ma va accompagnata da agevolazioni appropriate anche per chi conduce o intende gestire tali attività. Si deve incentivare il recupero dei tanti immobili commerciali sfitti che costituiscono degrado e ricettacolo di criminalità per tanti centri minori e periferie delle grandi città.
Per rilanciare il mercato immobiliare occorre rinnovare la fiducia dei cittadini attraverso politiche a favore dell’occupazione giovanile in grado di attrarre anche chi è emigrato per carenza di posti di lavoro. La timida ripresa non è ancora sufficiente per abbassare la guardia. A testimoniarlo sono le Regioni, economicamente lontane dai livelli pre-crisi, e una Italia che cresce meno degli altri Paesi europei. Peraltro, all’esagerato carico fiscale si associano ancora oggi eccessi di burocrazia, deficit di legalità ed abusivismo incontrollato che frenano i vari settori dell’economia. Senza efficaci rimedi sarà sempre difficile consolidare la ripresa e restituire slancio all’immobiliare. Un comparto capace di produrre, con il proprio indotto, il 20% del PIL nazionale.