È tutto pronto per la manifestazione in difesa dell’equo compenso organizzata da Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali) e Rete Professioni Tecniche (associazione comprendente i presidenti di 9 ordini e collegi nazionali aderenti) in programma stamattina (giovedì 30 novembre) dalle 9,30 alle 13,30 a Roma, presso il teatro Brancaccio di via Merulana 244.
Come rimarca il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, “ci stiamo battendo per ottenere il riconoscimento di un diritto e stavolta la politica è stata ad ascoltarci. L’Antitrust ci ha dato una bacchettata, sostenendo che l’equo compenso viola la libera concorrenza. Noi diciamo che una libera concorrenza senza regole penalizza i professionisti, soprattutto quelli giovani”.
Posizione analoga quella espressa dal consiglio dei geometri per voce del presidente Maurizio Savoncelli: “L’equo compenso è una misura a garanzia del mercato e della libera concorrenza, una importante bussola di riferimento nel commissionare un incarico, che tutela il professionista e il committente pubblico e privato”.
Quella di Savoncelli è soltanto una delle tante testimonianze raccolte sul sito www.equocompenso.info, sul quale la diretta della manifestazione potrà essere seguita anche in streaming, e dove è disponibile anche il programma definitivo degli interventi.
Voce fuori dal coro è invece quella dell’Anaip (Associazione nazionale amministratori immobiliari professionisti): “Condividiamo quanto sostiene l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e siamo molto perplessi che il provvedimento sull’equo compenso possa riuscire ad essere veramente equo anche per la nostra categoria, dove in primis sarebbe necessario riconoscere che solo professionisti con adeguate competenze manageriali e pluri disciplinari possano svolgere tale attività divenuta ormai molto complessa. A differenza di tutte le altre professioni autonome, nel nostro caso, sarebbe applicabile solo quando si amministrano beni immobili di proprietà pubblica. Mentre, nel caso si decidesse di applicarlo in ambito privato finirebbe per discriminare l’amministratore di condominio professionista a vantaggio di quello improvvisato”.