[A cura di: Confappi]
Il rendiconto condominiale deve essere redatto secondo princìpi di cassa e non di competenza. Lo ha deciso il Tribunale di Roma con la sentenza del 2 ottobre 2017, secondo cui le voci di spesa devono essere esposte solo se effettivamente sostenute.
Il criterio di cassa, a differenza del rendiconto per competenza, consente infatti di conoscere esattamente la reale consistenza del fondo comune e, di conseguenza, un rendiconto che prescinda da riferimenti alla cassa e al conto corrente condominiale, è da considerarsi illegittimo così come è invalida la delibera che lo ha approvato.
Il tribunale capitolino ha osservato come “il rendiconto predisposto dall’amministratore risponde all’esigenza di porre i condòmini in grado di sapere come effettivamente sono stati spesi i soldi versati”. In sostanza, il rendiconto condominiale non è un mero documento contabile, ma un atto attraverso il quale l’amministratore giustifica le spese a carico dei condòmini. Ogni spesa deve essere pertanto annotata in base alla data dell’effettivo pagamento e lo stesso vale per le voci in entrata. Non applicando il criterio di cassa, il rischio per i condòmini è avere a che fare con un documento contabile poco chiaro, che non rispecchia la reale situazione economica dello stabile.