[A cura di: Daniele Barbieri – segr. gen. Sunia] Tra le molte cose interessanti emerse dalla relazione finale del lavoro della Commissione Parlamentare sulle periferie c’è sicuramente la presa d’atto della necessità di ritornare alle politiche abitative.
Il Sunia lo va sostenendo da tempo, chiedendo di superare la logica degli interventi tampone che non affrontano alla radice il disagio abitativo diffuso nel Paese. Per troppo tempo, infatti, si è ostinatamente continuato a perseguire la strada dell’incentivo alla proprietà dell’abitazione, dimenticando la parte più debole della domanda. Il risultato di questa linea è ora evidente a tutti e la stessa Commissione lo certifica, ma non riusciamo a cogliere misure concrete che vadano in controtendenza. A partire dalla legge di bilancio, che per il terzo anno consecutivo non prevede alcuna risorsa per il fondo di sostegno all’affitto e fissa (secondo il testo uscito dal Senato) uno stanziamento ridicolo per il 2019 e 2020 (10 milioni per anno), né prende in nessuna considerazione la proposta, avanzata insieme a Cgil e Fillea, di istituire un fondo pluriennale per l’edilizia pubblica e sociale, salvo poi riconoscerne la necessità nelle conclusioni della Commissione.
Così come risulta amara la constatazione della necessità di contrastare le occupazioni abusive di case popolari contro le quali il Sunia, spesso isolato, si batte da anni, mentre troppo spesso alcune Regioni continuano a produrre leggine di sanatoria consegnando in molti casi interi quartieri alla criminalità organizzata ed al degrado.
Altri punti e passaggi del lavoro della Commissione sono importanti e più o meno condivisibili: dalla rigenerazione urbana, alle politiche sociali, alla sicurezza alla mediazione sociale. Questioni che vanno approfondite ed implementate. Se questo avverrà il lavoro della Commissione risulterà sicuramente prezioso, altrimenti si rivelerà un altro libro dei sogni.