L’Anammi torna su un argomento che le è particolarmente caro: quello della formazione degli amministratori di condominio. E lo fa presentando il nuovo approccio multidisciplinare che nel 2018 caratterizzerà i corsi di formazione professionale organizzati dall’associazione. Lezioni tenute con una formula multimediale.
I corsi di aggiornamento, che si svolgono secondo un percorso di 15 ore complessive, come imposto dal decreto ministeriale 140 del 2014, si basano su una serie di videoregistrazioni, visionabili attraverso un link dedicato, consultabile a titolo gratuito per gli iscritti all’Anammi. Ai moduli audiovideo si aggiungono inoltre dispense e slide in digitale.
Alla fine del percorso, è prevista una verifica vis-à-vis, superata la quale l’amministratore riceve un’apposita certificazione, che attesta l’aggiornamento effettuato.
“Si tratta di un requisito professionale fondamentale – spiega Giuseppe Bica, presidente di Anammi –. Un titolo che, insieme al diploma di scuola superiore e all’assenza di condanne penali, deve essere oggetto di verifica in sede di assemblea condominiale, quando si nomina il professionista”.
I condòmini, in caso di rinnovo o prima nomina, possono infatti accertarsi se l’amministratore ha ottemperato all’obbligo di formazione, richiedendo al professionista l’apposito attestato. Se non si è in grado di dimostrare di aver acquisito la necessaria formazione, l’incarico può essere negato o revocato.
In particolare, i condòmini possono controllare se il candidato amministratore è in regola con la certificazione di conformità, l’attestato che comprova i requisiti professionali dell’amministratore, se usufruisce di una polizza di responsabilità civile, e se è iscritto ad un’associazione di settore.
“Ogni mese – commenta ancora il numero uno di Anammi – riceviamo decine di telefonate da parte di condòmini che ci interrogano sull’effettiva appartenenza dell’amministratore alla nostra associazione e la verifica della formazione periodica svolta. Il nostro consiglio ai soci è di presentare subito le proprie credenziali, senza attendere la richiesta ufficiale dei condòmini, a conferma della propria serietà e correttezza professionale”.
La materia condominiale è estremamente complessa, la stessa giurisprudenza relativa al condominio è in continuo divenire. Inoltre, chi opera nel settore deve sottostare ad una serie di obblighi di legge, che richiedono competenze specifiche, capacità e strumenti manageriali. “Per queste ragioni – afferma Bica – l’aggiornamento professionale ricomprende al suo interno materie tra loro molto diverse”.
Per il 2018, l’aggiornamento di Anammi dà spazio ad alcuni temi di attualità, come l’utilizzo della videosorveglianza, sempre più richiesta per difendersi da aggressioni e furti, e la presenza di bed&breakfast in condominio, spesso causa di lite, al fianco di problematiche “classiche” come il fisco e la morosità condominiale.
“Il tutto, unito da un elemento comune – precisa Bica – e cioè l’aderenza alla realtà professionale e, quindi, alle esigenze pratiche del professionista. Negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato un aumento del 15% di richieste di formazione da parte di non iscritti: segno che il professionista sente il bisogno di essere aggiornato, non solo per motivi di forma, ma di sostanza”.
La stessa categoria degli amministratori, grazie alla riforma del 2012, è sempre più professionalizzata. Un amministratore Anammi su tre è in possesso di una laurea: Giurisprudenza ed Economia sono le facoltà preferite, mentre ragionieri e geometri rappresentano il 70% degli associati.