La revisione della contabilità condominiale. Una professione che sta acquisendo un rilievo crescente, sia alla luce delle sempre maggiori incombenze in capo agli amministratori, sia in relazione all’oggettiva complessità di rendiconti che, in taluni casi, non hanno nulla da invidiare a quelli di grandi aziende, pur nella loro tenuta semplificata. Tra le realtà che operano nel comparto c’è Arco: l’Associazione dei revisori contabili condominiali, il cui vice presidente nazionale, Maurizio Zichella, ha stilato per Quotidiano del Condominio e Italia Casa un bilancio dell’attività svolta nel 2017, chiosando, quindi, sulle sue aspettative per il 2018.
Di seguito le sue dichiarazioni.
Arco, come associazione, è nata proprio il primo gennaio 2017, dalla condivisione dell’idea, da parte dei soci fondatori, di rappresentare una nuova figura nel panorama condominiale: quello del revisore contabile.
La Legge di Riforma, nel prevedere questa nuova figura, non ha specificato chi possa ricoprire tale incarico e quali requisiti deve avere. Come associazione siamo consapevoli dell’importanza di tale professionalità, ed è per questo che il nostro primo anno di attività lo abbiamo dedicato a predisporre un percorso formativo adeguato, con un corso di formazione di 80 ore, che consente di acquisire le conoscenze di base per permettere, a chi riceve un mandato di revisore contabile, di svolgere l’incarico nel migliore dei modi.
Il corso di formazione è tenuto da docenti di comprovata esperienza, da un punto di vista sia teorico sia, soprattutto, pratico, il che consente al discente di acquisire nozioni utilizzabili in concreto nella sua attività quotidiana.
Il nuovo anno è iniziato con la presentazione dell’apertura dell’associazione agli amministratori di condominio, che si è tenuta a Bari l’11 gennaio. L’Associazione ha presentato il suo manifesto politico-programmatico, dove il revisore della contabilità condominiale deve essere visto come una figura di garanzia da una parte, e come un livello di specializzazione professionale ulteriore dell’amministratore dall’altra.
Tutto questo attraverso un percorso di formazione adeguato che guardi non solo ad un vasto patrimonio di conoscenze giuridiche e teoriche, ma anche ad attività pratiche e applicative di specie, sconosciute a chi non ha mai masticato la materia condominiale.
L’auspicio è che un legislatore più lungimirante condivida presto il nostro spirito e le nostre aspettative. Non si vuole l’Albo? Non importa. A noi interessano i risultati e non gli strumenti per ottenerli: professionisti seriamente formati, etica, competenza e controlli severi. Allo Stato la scelta del “come”.