Uniplaces – portale che opera nel settore delle prenotazioni on line di alloggi per studenti – ha nominato Claudio Francese nuovo General Manager per l’Italia. Professionista con una lunga carriera nel mondo del turismo studentesco, in particolare sulla piazza del Regno Unito, è proprio Francese a commentare le recenti novità inserite nella manovra 2018, relative alla possibilità per gli studenti fuori sede di poter detrarre una quota del canone d’affitto dall’Irpef – se residenti oltre 100 chilometri e anche nella stessa provincia o 50 chilometri se in zone montane o disagiate:
“Considerata la situazione economica di questi anni, qualunque misura in grado di alleggerire i costi di cui le famiglie devono farsi carico per mandare i figli all’università è ben accetta, ma non è sufficiente. Le famiglie non devono fare i conti soltanto con le rette universitarie, ma anche con i costi relativi all’alloggio e alle spese della vita quotidiana. Probabilmente è anche per queste ragioni che il 75% degli studenti italiani vive con i genitori mentre frequenta l’università”.
Il costo medio di un posto letto a Milano è di 500 euro mese, mentre a Roma e in altre importanti città universitarie, come ad esempio Bologna, Napoli e Torino, la media è attorno ai 400 euro.
“Cifre importanti per una famiglia media, specie se distribuite su quattro o cinque anni – prosegue Francese. La politica deve fare di più per facilitare la mobilità dello studente, bisogna trovare soluzioni funzionali come le residenze universitarie, realtà operative in altri paesi già dagli anni Novanta. Questo porterebbe ad un cambiamento sostanziale della situazione attuale, aprendo a tariffe più agevolate, servizi più organizzati e consentendo agli studenti di poter scegliere un percorso di studi sulla base della propria attitudine e non dei costi che dovranno affrontare. Si pensi, infatti, che il 51% degli studenti sceglie l’università perché si trova vicino alla propria casa”.
Per residenze universitarie si intendono strutture dedicate con appartamenti e cucina, realtà che in Italia scarseggiano, escluse alcune eccellenze come nel caso di Milano. “Basti pensare che soltanto a Londra si tratta di circa 80.000 unità, mentre nel capoluogo lombardo sono appena 1.500 – conclude Francese –. Le imprese italiane o estere interessate ad aprire e gestire questo tipo di struttura avrebbero tutto il nostro supporto nel riuscire a popolarle di studenti. Una condizione che contribuisce a rendere l’Italia una meta meno attraente per gli studenti internazionali, che nel nostro Paese rappresentano il 4% del totale. Una cifra molto bassa se comparata ad altri paesi dell’area europea: Francia 12%, Germania 12%, Paesi Bassi 12%, Portogallo 11%, Regno Unito 19%, Repubblica Ceca 14%, Spagna 7%, Svezia 9%”.