“I dati diffusi da Legambiente sulla qualità dell’aria sottolineano impietosamente le criticità che investono larga parte dei centri urbani del Paese. In assenza di una programmazione e di una visione di medio-lungo periodo, rimaniamo quasi esclusivamente legati a misure emergenziali: basti pensare alle domeniche ecologiche o al blocco totale o parziale della circolazione dei veicoli privati. Interventi prescritti dalla legge che servono solo ad arginare una contingenza, ma che non costituiscono una forma di prevenzione strutturale per questo tipo di problematiche”.
A dichiararlo è l’ingegner Sandro Simoncini (nella foto), docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma.
“Il fatto che i temi ecologici siano tra i grandi assenti della campagna elettorale non fa certo sperare in un cambio di rotta a breve termine – sbotta Simoncini –. A una manciata di settimane dal voto, l’attenzione delle forze politiche rimane catalizzata dai dibattiti su alleanze e liste di candidati, mentre sul fronte dei programmi si è detto molto poco e per lo più si è cercato di inseguire gli umori dell’elettorato. D’altronde usciamo da una legislatura in cui di ambiente si è parlato poco e concluso ancora meno: il naufragio in Senato della legge sul contrasto al consumo di suolo vale più di mille parole“.
Il tutto mentre in altri Paesi si investe, invece, su politiche di risparmio energetico e preservazione ambientale.
“Mentre a New York o a Londra vengono lanciati piani in grande stile per incrementare le aree verdi e migliorare la qualità della vita dei cittadini – puntualizza il docente – in molte realtà italiane fatichiamo anche solo a tenere a freno la cementificazione e la dispersione urbana. Ci muoviamo per lo più in territori caratterizzati da un patrimonio edilizio a bassissima efficienza energetica, un trasporto pubblico costituito spesso da mezzi vecchi e inquinanti, un uso smodato di mezzi privati per gli spostamenti quotidiani. I temi ambientali, solitamente vissuti più come fastidi o intralci, devono necessariamente guadagnare un posto centrale nelle politiche nazionali e locali: tutelare la salute dei cittadini significa anche creare opportunità di sviluppo e di ricchezza per tutto il Paese”.