Negli ultimi anni la percentuale di lavoratori con contratto a tempo indeterminato e di under 30 che si sono rivolti ad un istituto di credito per richiedere un mutuo è aumentata, così come l’attenzione data loro dalle banche. È questa una delle principali evidenze emerse dall’approfondita analisi realizzata da Facile.it e Mutui.it, che hanno voluto fotografare l’evoluzione del settore mutui attraverso l’esame di un campione di 50.000 domande di finanziamento per l’acquisto di un immobile (sia esso prima o seconda casa) presentate tramite i due portali tra l’1 gennaio 2013 e il 31 dicembre 2017.
Il primo dato che emerge dall’analisi è quello legato ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato, che nel corso dei quattro anni hanno visto incrementare notevolmente la loro quota percentuale sul totale dei richiedenti; se si guarda alle domande di finanziamento la percentuale di aspiranti mutuatari con contratto di lavoro a tempo indeterminato è passata dal 77% del 2013 all’81% del 2017. Se si guarda invece ai mutui erogati, nel 2013 quelli concessi a lavoratori con contratto a tempo indeterminato erano l’81% del totale mentre nel 2017 sono diventati l’86%.
Nello stesso periodo, invece, è diminuita la quota percentuale di lavoratori a tempo determinato che si sono rivolti alle banche; se si guarda al totale richieste di mutuo, il valore è passato dal 3% del 2013 al 2% del 2017, se invece si guarda ai mutui erogati è calato dal 2,4% all’1,9%.
Come spiega Ivano Cresto, responsabile BU mutui di Facile.it, “Da un lato i dati indicano che l’aumento generale della fiducia dei consumatori e il miglioramento delle condizioni lavorative hanno contribuito a far crescere la richiesta di mutui da parte di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Dall’altro lato, però, fanno pensare ad un atteggiamento più prudente da parte delle banche, che considerano la stabilità lavorativa ormai come elemento fondamentale per concedere un mutuo. Fattore che, in assenza di garanti terzi, limita fortemente la possibilità che un lavoratore precario riesca ad ottenere un prestito”.
Effetto Jobs Act? Altro importante cambiamento nella domanda di mutui è stato fotografato nel segmento degli Under 30 che si rivolgono ad una banca e, in particolare, di quelli con contratto a tempo indeterminato, categoria che nel corso dei 4 anni è cresciuta erodendo sempre di più la fetta di giovani con contratto a tempo determinato e liberi professionisti.
Analizzando le richieste di mutuo, la percentuale di aspiranti mutuatari con meno di trent’anni è aumentata sensibilmente, passando dal 3% del 2013 ad addirittura il 31% di fine 2017. Per questa categoria di richiedenti sono cambiate anche le condizioni lavorative dichiarate nel momento in cui è stata presentata domanda; se nel 2013 solo il 75,55% aveva un contratto a tempo indeterminato, nel 2017 la percentuale è salita di oltre 9 punti arrivando all’84,66%. Trend analogo emerge dall’analisi dei mutui erogati; la percentuale di under 30 che è riuscita a ottenere il finanziamento è passata dal 2% del totale nel 2013 al 12% nel 2017 e tra questi, la percentuale di giovani con contratto a tempo indeterminato è cresciuta dal 70% del 2013 all’87,29% del 2017.
“I dati – continua Cresto – riflettono i cambiamenti che nel corso degli ultimi anni hanno coinvolto il mercato del lavoro. La percentuale di mutuatari under 30 con contratto a tempo indeterminato, ad esempio, è variata notevolmente a ridosso e subito dopo il Jobs Act; nel 2014 era il 78,57%, è diventata l’82,76% nel 2015, nel 2016 è esplosa arrivando al 91,45% e poi è calata nuovamente nel 2017 raggiungendo, come detto, l’87,29%”.
Il miglioramento delle condizioni generali insieme ai tassi di interesse da tempo ai minimi storici hanno determinato non solo un aumento percentuale dei lavoratori a tempo indeterminato e degli under 30 che si sono rivolti alle banche, ma anche una crescita di quanto questi hanno richiesto e ottenuto. L’importo medio richiesto dai lavoratori a tempo indeterminato è passato dai 122.600 euro del 2013 ai 130.237 euro (+6,2%); l’erogato, invece, è aumentato da 117.700 euro del 2013 ai 128.770 euro del 2017 (+9,4%).
Anche gli under 30 hanno chiesto e ottenuto importi più elevati; la richiesta media è passata da 104.623 euro del 2013 a 122.900 euro del 2017 (+17,5%), l’erogato da 101.900 euro a 121.460 euro (+19,2%). Il progressivo aumento della quota di under 30 ha determinato, inoltre, una diminuzione dell’età media dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato che si sono rivolti a un istituto di credito; tra coloro che hanno ottenuto il mutuo, l’età media è passata da 42 a 39 anni (- 7%), mentre se ci si limita ai richiedenti la riduzione è stata del 9%.