Il mattone bene rifugio? Sì, ma sempre meno. Se in Italia il 77,4% delle famiglie è ancora proprietario della casa in cui vive, questo dato pare destinato a cambiare nei prossimi anni. È quanto emerge dall’Osservatorio sul mercato residenziale delle locazioni di Immobiliare.it e Mioaffitto.it.
Secondo l’indagine, il mercato sta consolidando la sua crescita, al punto che nell’ultimo anno tutti i parametri risultano in aumento. Rispetto al 2017 infatti la domanda ha fatto un balzo del 2,9%, a fronte di uno stock di offerta cresciuto dell’1,6% e di canoni più cari dell’1,3%.
“Gli italiani hanno sempre dato un grande valore alla proprietà immobiliare, molto più dei cugini europei di Svizzera e Germania, ad esempio, dove circa metà della popolazione vive in abitazioni di suo possesso – dichiara Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it –. Un clima di maggior fiducia, tassi di interesse ai minimi storici e un accesso al credito più semplice non potevano di certo far presagire un aumento così importante per l’interesse verso gli affitti. Eppure dalle grandi città è in corso una rivoluzione: ci stiamo avvicinando timidamente a una mentalità più vicina al Nord Europa”.
A livello nazionale il canone medio richiesto per un bilocale è pari 579,6 euro al mese. Guardando ai prezzi rilevati nelle regioni italiane, è sempre il Lazio quella più cara, con una media di 751,2 euro per un bilocale, nonostante un calo dell’1,2% su base annua. Sotto la spinta di Milano è la Lombardia la seconda in classifica, con canoni mensili medi di 678 euro, cresciuti di oltre il 2% rispetto al 2017. Seguono i valori rilevati in Toscana e in Valle d’Aosta, dove si richiedono mediamente 642,6 e 641,4 euro al mese.
La Toscana, insieme all’Emilia Romagna e al Friuli Venezia Giulia, è la regione in cui i prezzi risultano maggiormente in crescita rispetto all’anno scorso, con percentuali vicine al 3%. Di contro, i canoni in Valle d’Aosta sono più bassi del 2,1% in confronto al 2017; ma sono Calabria e Basilicata le due regioni in cui i prezzi richiesti per affittare un’abitazione hanno perso il 2,6% su base annua, la percentuale negativa più evidente.
Rimane invariato rispetto all’anno passato l’elenco delle dieci città più care in cui affittare casa, con un’unica eccezione: quella di Napoli che lascia il posto a Verona.
Milano supera Venezia e Firenze, diventando così la città più cara in assoluto dove, a fronte di una domanda cresciuta di oltre il 4% nell’ultimo anno, l’affitto di un monolocale costa mediamente 700 euro al mese (17,5 euro/mq). A seguire si trova Firenze, con un costo medio di 613 euro per un monolocale e una domanda aumentata del 3,3%. Sono al terzo posto, quasi a pari merito, Roma e Venezia, con un canone mensile medio per un monolocale pari rispettivamente a 540 e 539 euro, ma con due andamenti del mercato differenti. Nella Capitale si registra una crescita dell’offerta del 2,6% rispetto al 2017, a fronte di una domanda che ha fatto meglio, aumentando del 3,3%. Più stabile la situazione di Venezia, dove domanda e offerta subiscono oscillazioni minori, pari rispettivamente al +1% e -0,4%.
La presenza di studenti e lavoratori fuori sede, unita a prezzi più alti della media, confermano nella classifica delle dieci città più care d’Italia per affittare casa anche Bologna, Bolzano, Como, Siena, Pisa e la già citata Verona.
“L’approccio alla locazione è cambiato e a dimostrarlo si aggiungono anche i numeri relativi alla popolazione dei Millennials – conclude Carlo Giordano –. Solo nove giovani su cento infatti sono proprietari della casa in cui vivono e la scelta di un immobile in locazione non è più percepita come una rinuncia ma come una scelta consapevole, mossa in particolare da una sempre maggiore mobilità legata al lavoro”.