Acqua: in Puglia continua la battaglia degli amministratori di condominio
[A cura di: Mauro Simone – pres. Alac, Area Metropolitana di Bari-BAT] Per il legislatore europeo l’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, è un patrimonio che va trattato come tale. L’acqua somministrata dall’Acquedotto Pugliese, però, viene pagata due volte dagli utenti.
Una prima volta, l’AQP addebita secondo varie fasce tariffarie tutto il consumo in metri cubi registrato dal contatore di ciascun utente-condomino; una seconda volta per il disinquinamento dell’acqua sgorgata dai rubinetti viene addebitato lo stesso consumo del cento per cento segnato dal contatore.
I costi di depurazione
Questa è una vera e propria anomalia, poiché di tutta l’acqua in uscita dai rubinetti solo una modesta quantità arriva all’impianto di depurazione per essere depurata (all’incirca il 20% del totale registrato dal contatore) e solo questa percentuale dovrebbe essere pagata con una tariffa di fognatura e una di depurazione, poiché la differenza – ovvero la quantità d’acqua prevalente in uscita dai rubinetti – viene utilizzata dagli utenti per bere e per cucinare i cibi.
Ma non è l’unica criticità segnalata dall’ALAC e condivisa da tutte le altre associazioni condominiali al tavolo della II Commissione Consiliare regionale della Puglia.
Nel corso dell’audizione – promossa dal Movimento 5 Stelle, che fa seguito agli incontri delle associazioni partecipanti alla Conferenza delle associazioni di categoria con l’Autorità Idrica Pugliese e con l’Acquedotto Pugliese – sono stati posti altri punti di attenzione, sollecitandone la risoluzione all’AIP, allo stesso Acquedotto Pugliese, a partiti politici e movimenti e che saranno ribaditi al presidente Michele Emiliano governatore della Regione Puglia nella qualità di azionista unico dell’Acquedotto Pugliese in una prossima audizione da parte della V Commissione consiliare, al momento rinviata per le fibrillazioni in seno alla maggioranza che governa la Regione.
I nodi da sciogliere
A seguito delle insistenti pressioni ricevute, l’AQP ha deciso da qualche giorno di alzare il livello di servizio della pressione idrostatica negli abitati pugliesi, consentendo così agli utenti dei piani alti dei fabbricati la fornitura della risorsa senza subire il problema della scarsità dell’erogazione.
Bene, restano però da affrontare altri nodi che rendono difficoltoso il lavoro degli amministratori di condominio obbligati a svolgere la funzione di veri e propri esattori per conto dell’Acquedotto Pugliese:
- l’AQP, ignorando il proprio Regolamento di distribuzione, consente l’allaccio promiscuo delle attività commerciali piuttosto che tenerle distinte da quelle civili ad uso domestico;
- l’AQP non applica l’art.63 delle disposizioni di attuazione del cod. civ. Anziché escutere i condòmini morosi, preferisce praticare la prassi del “corto circuito”, ovvero interrompe in caso di morosità la somministrazione dell’acqua a tutto il condominio, con ovvia penalizzazione dei condòmini in bonis;
- all’AQP è stato chiesto di stabilire un rapporto negoziale diretto con ciascun condomino installando un contatore di acquedotto in ogni unità immobiliare allo scopo di risolvere i grossi problemi di gestione amministrativa delle singole utenze;
- l’AIP -Autorità Idrica Pugliese, nel frattempo, si è impegnata a consultare le associazioni di amministratori per la nuova Carta del Servizio Idrico Integrato, che è in fase di revisione. Al riguardo è stato chiesto che la Carta preveda un livello minimo di pressione idrostatica al contatore di acquedotto superiore all’attuale valore di 0,5 atmosfere. Al riguardo, l’ARERA tace su un interpello della Conferenza delle associazioni di amministratori avente ad oggetto la suddetta problematica;
- per meglio far fronte alle periodiche crisi idriche si potrebbe mettere allo studio la costruzione di bacini di raccolta delle acque meteoriche. La problematica dello stato delle reti urbane e suburbane con la minore quantità di acqua distribuita agli utenti è materia delicatissima. A detta dei tecnici interpellati la ridotta pressione da parte dell’AQP è servita a giustificare le perdite idriche non riscontrate e fa il paio con le condotte di fognatura fatiscenti e che in diverse zone cittadine mandano miasmi insopportabili anche a causa delle caditoie stradali pulite sporadicamente;
- gli amministratori si oppongono all’assunzione di responsabilità per il censimento e l’aggiornamento della numerosità dei componenti di ciascun nucleo familiare come previsto dall’Acquedotto Pugliese e dall’ARERA per il pagamento dell’acqua;
- all’AQP si chiede di individuare una fascia di consumo agevolato più ampia di 150 litri al giorno per abitante, poiché è a discrezione del gestore stabilire il limite di 150 litri;
- l’AQP, che riveste una posizione dominante nel mercato idrico pugliese e che ha anticipato l’adozione di un nuovo piano tariffario nel 2018, anche a seguito delle indicazioni dell’ARERA, dovrebbe considerare le condizioni di crisi economica in cui versano tuttora le famiglie e che non è adesso opportuno incrementare le tariffe, così da evitare il business dell’oro blu.