[A cura di: Sunia] Anche Ferrara si aggiunge all’elenco dei comuni nei quali sono stati sottoscritti gli accordi territoriali per le locazioni a canone concordato. Lo scorso 26 marzo le associazioni rappresentanti le proprietà Asppi, Uppi, Unioncasa, Confabitare e le organizzazioni sindacali degli inquilini Sicet, Sunia, Uniat alla presenza del rappresentante del Comune di Ferrara, assessore Chiara Sapigni, hanno sottoscritto e depositato presso il comune la nuova intesa.
L’accordo firmato è una risposta concreta ad uno dei “problemi casa”, cioè alla regolazione dei contratti di affitto. È una risposta nata dal dialogo tra sindacati degli inquilini e associazioni della proprietà, indispensabile per cercare di dare risposte concrete alle innumerevoli problematiche sulla casa.
Con questa firma si è andati a sostituire il precedente accordo tra le parti che risaliva al 2013, e si è seguito quanto previsto dalla L. 431/98 e successive modifiche ed integrazioni compreso quanto dettato dal D.M. del 16/01/2017 emanato dal Ministero della Infrastrutture e Trasporti di concerto con il Ministero dell’Economia e della Finanza.
Quello sottoscritto è un documento che regolerà i contratti di affitto a canone concordato, che si applicano quando proprietario ed inquilino si accordano per un canone compreso tra un massimo ed un minimo a seconda delle fasce stabilite nell’accordo sulla base delle zone in cui è stato suddiviso il territorio comunale e delle caratteristiche dell’appartamento. In pratica, l’obiettivo raggiunto è quello di stabilire canoni mensili più coerenti con l’attuale situazione immobiliare, semplificando ed aggiornando i parametri che portano alla definizione dei contratti.
Infatti l’accordo fornisce un quadro aggiornato e chiaro di una tipologia di affitto importante per il territorio ferrarese, cercando anche di perseguire un obiettivo importante che è quello di calmierare il mercato delle locazioni perché da un lato permetteranno a molte famiglie di usufruire di un affitto a costi sostenibili ed adeguati al proprio reddito; e da un altro lato consentiranno di avere una fiscalità agevolata per i proprietari (cedolare secca ridotta al 10% per i comuni ad alta densità abitativa come Ferrara e Cento e pure per i comuni per i quali è stato deliberato lo stato di emergenza nei cinque anni precedenti il 28 maggio 2014, per gli altri comuni della provincia rimane al 21%) e detrazioni fiscali più elevate sia per i proprietari che per gli inquilini (agevolazioni IRPEF sia per l’uno che per l’altro e per i proprietari riduzione dell’imposta annuale di registro ed eventuali riduzioni dell’aliquota IMU – a Ferrara non è prevista – oltre a quella già presente nel DM 16/01/2017 cioè il 25% in meno di quanto imposto da parte dei Comuni).
In pratica per lo stesso appartamento un contratto di affitto determinato in contrattazione libera avrà sempre valori più alti rispetto a quanto invece può scaturire dall’applicazione dalle modalità previste dall’accordo per la definizione dei canoni concordati. Un piccolo mattoncino per cercare di costruire la filiera dell’abitare a costi sostenibili.
Novità importante è quella relativa al rilascio da parte di una delle Organizzazioni firmatarie dell’accordo, su richiesta dei contraenti, di una certificazione attestante la conformità dei contenuti e dei canoni presenti nei contratti concordati: solo in questo modo inquilino e proprietario potranno usufruire degli sgravi fiscali previsti dalla legge.
L’accordo firmato verrà presentato nel prossimo Tavolo Territoriale di Concertazione sulle politiche abitative con la richiesta a tutti gli altri comuni del territorio ferrarese di attivarsi nel più breve tempo possibile con le rappresentanze di inquilini e proprietari per la sottoscrizione a livello locale di altri accordi che comunque dovranno mantenere la medesima impostazione.
L’applicabilità delle nuove norme è scattata già in data 27 marzo.
Nel contempo, Sunia ha richiamato l’Amministrazione Pubblica a continuare a mantenere alta l’attenzione e l’impegno di sua competenza sul fronte delle politiche abitative sostenendo l’edilizia residenziale pubblica (cercando di aumentare il numero degli alloggi a disposizione), un impegno ad aumentare le risorse legate alle manutenzioni, promozione di politiche adeguate al fine di prevenire sfratti per morosità incolpevole, sostenere interventi di aiuto alle famiglie più fragili, magari ridurre il carico fiscale (IMU) sugli immobili, oltre a quello previsto attualmente dal citato D.M del 16/01/2017, al fine di dare maggiore respiro al mercato degli affitti.