A mali estremi, estremi rimedi. È questa, in estrema sintesi, la posizione di Confappi all’indomani della pubblicazione da parte dell’Istat dell’indice dei prezzi delle abitazioni, secondo cui nel quarto trimestre 2017, sulla base delle stime preliminari, i prezzi delle abitazioni aumentano dello 0,1% rispetto al trimestre precedente; il rialzo congiunturale, tuttavia, si deve interamente alle abitazioni nuove (+0,7%) mentre i prezzi delle abitazioni esistenti rimangono fermi.
Su base annua prosegue inoltre il calo dei prezzi (-0,3%) iniziato nel primo trimestre 2012. La diminuzione è imputabile esclusivamente ai prezzi delle abitazioni esistenti (-0,5%, da -1,3% del terzo trimestre 2017), mentre quelli delle abitazioni nuove registrano una variazione nulla.
Pertanto, il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove si conferma negativo (-0,5%, da -1,8% del trimestre precedente).
Nel 2017 si registra, in media, un calo dell’indice dei prezzi delle abitazioni dello 0,4% rispetto al 2016 (quando la variazione media annua era stata pari a -0,8%). Questo ulteriore ridimensionamento della flessione si deve principalmente alla dinamica dei prezzi delle abitazioni nuove che, guadagnando quasi un punto percentuale, fanno segnare una lieve crescita (+0,1% da -0,8 del 2016, la prima dopo quattro anni di flessione). Il calo in media d’anno dei prezzi delle abitazioni esistenti risulta più contenuto (-0,6% da -0,8%).
L’andamento del 2017 determina un trascinamento al 2018 della variazione dei prezzi delle abitazioni lievemente negativo e pari a -0,1%; vale a dire che se i prezzi rimanessero stabili a partire dal primo trimestre 2018 sarebbe questa la variazione media dell’anno in corso. La flessione contenuta dei prezzi delle abitazioni nel 2017 si manifesta contestualmente alla conferma della crescita dei volumi di compravendita per il settore residenziale; secondo i dati rilasciati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, nel 2017 il numero di unità immobiliari residenziali scambiate aumenta del 5,1% rispetto al 2016 (dopo il +18,4% del 2016 e il +7,4% registrato nel 2015).
“Questa continua flessione dei prezzi – ha commentato il presidente di Confappi, Silvio Rezzonico – è certamente preoccupante per i proprietari degli immobili, che in molti casi sono costretti a svendere le loro proprietà. Occorre una scossa con interventi fiscali mirati a ripristinare il settore dell’edilizia e il mercato immobiliare”.