Acustica, efficienza energetica e Building Information Modelling (BIM). Sono gli oggetti di tre aggiornamenti normativi di cui danno conto Anit (Associazione nazionale dell’isolamento termico e acustico) e l’Uni. Ecco i più recenti aggiornamenti in materia.
Come rimarca Anit, Uni ha pubblicato la nuova versione della UNI 11532 “Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati”. La norma era richiamata nel Decreto CAM: il DM 11 gennaio 2017 sui “Criteri ambientali minimi” che ha introdotto, per le gare di appalto degli edifici pubblici, importanti novità sul tema del comfort acustico e che è stato aggiornato, alcuni mesi dopo, dal DM 11 ottobre 2017, che ha in sostanza ribadito i contenuti del documento di gennaio.
La nuova norma individua quali sono i descrittori che meglio rappresentano la qualità acustica di un ambiente, le tecniche di calcolo previsionale e misura in opera, e specifica i valori di riferimento in funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso.
La UNI 11532, verrà sviluppata in più parti. La “Parte 1 – Requisiti generali”, pubblicata a marzo, definisce i descrittori da utilizzare (tempo di riverbero, STI, chiarezza, ecc.) e le procedure per calcoli e misure. Inoltre nell’appendice riporta un metodo di calcolo previsionale dello Speech Transmission Index (STI).
Le parti successive riguarderanno invece i valori di riferimento per destinazioni d’uso quali scuole, ospedali, ristoranti, palestre, uffici e altri ambienti.
È in vigore già dal 5 dicembre 2017 la norma UNI CEN/TR 15193-2:2017 “Prestazione energetica degli edifici – Requisiti energetici per illuminazione – Parte 2: Spiegazione e giustificazione della EN 15193-1, modulo M9”; questo rapporto tecnico affianca la UNI EN 15193-1 e fornisce informazioni per supportare la corretta comprensione, l’utilizzo e l’implementazione nazionale della norma di illuminazione.
Il rapporto tecnico fornisce il commento ai punti della norma, la spiegazione sulle procedure e fornisce informazioni di fondo, la giustificazione delle scelte che sono state fatte, la descrizione dei processi, un foglio di calcolo per il processo di calcolo, esempi svolti e valori di riferimento, consigli sui sistemi di controllo dell’illuminazione, guida sul progetto di illuminazione per edifici domestici.
Nel marzo scorso si sono tenute, a Milano, le riunioni di alcuni importanti Working Group del CEN/TC 442 “Building Information Modelling (BIM)”.
Come illustra Uni, il tema della digitalizzazione del processo edilizio è da tempo al centro di un intenso lavoro, che vede la normazione tecnica giocare un ruolo di primissimo piano utile a diffondere quella cultura dell’innovazione a cui il settore delle costruzioni sta rapidamente convertendosi. E in questo contesto il nostro Paese è stato a sua volta capace di ritagliarsi un posto di rilievo: forte delle esperienze maturate grazie ai lavori sviluppati in seno alla Commissione tecnica “Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio”, l’Italia può, in questo campo di forte carica innovativa, far sentire la sua voce.
Uni ne ha parlato, proprio in occasione delle riunione a Milano dei working group del CEN/TC 442, con Marzia Bolpagni e Paolo Odorizzi. “Il BIM è sinonimo di innovazione nel mondo delle costruzioni – spiega Marzia Bolpagni, membro del GL UNI Codificazione dei prodotti e dei processi costruttivi in edilizia e coordinatrice del task group 1 del CEN/TC 442/WG 2 –. Si tratta di un modo diverso di lavorare, che coinvolge i tutti i soggetti della filiera. In pratica il BIM è una modalità collaborativa e integrata di gestione dell’informazione nelle diverse fasi del processo costruttivo”.
In un certo senso si può dire che il BIM rappresenti il futuro, se non addirittura il presente, delle costruzioni. “Il BIM è una rivoluzione necessaria – specifica Paolo Odorizzi, membro del medesimo GL UNI nonché del CEN/TC 442/WG 2 Exchange information –. Il settore vive una evoluzione dinamica fortissima e non c’è dubbio che l’approccio digitale consenta di raggiungere alti livelli di efficienza nella progettazione”.
Ma come viene affrontato il tema a livello europeo? “In Europa – prosegue Marzia Bolpagni – il lavoro del CEN si sviluppa attraverso 4 gruppi di lavoro: il primo si occupa della terminologia, perché c’è ancora una certa confusione sui termini da utilizzare; il secondo è più tecnico e si occupa dello scambio delle informazioni; il terzo ratta la gestione dei processi mentre il affronta la definizione delle informazioni per i prodotti della costruzione. Esiste anche un WG 5 che coordina gli altri gruppi”.
Insomma, si tratta di una struttura ben articolata, che risponde a una precisa razionalità. “In particolare il CEN/TC 442/WG 2 – aggiunge Paolo Odorizzi, che proprio in quel gruppo svolge il suo prezioso lavoro come delegato italiano – si occupa di formati di scambio, ovviamente formati elettronici, digitali. La direzione intrapresa è quella dei formati aperti. È in questo modo che la normazione tecnica può dispiegare al meglio il suo ruolo di strumento di diffusione democratica e trasparente dell’innovazione. La norma è una garanzia per tutti i soggetti coinvolti nel processo edilizio: soggetti che a volte possono essere deboli, a volte forti nel contesto del progetto. La norma è un riferimento certo per tutti”.
Di fatto, a fare da guida ai lavori europei sono le esperienze inglese (con le norme della serie 1192) e italiana, con la UNI 11337 di cui sono già state pubblicate le parti 1, 3 (TS), 4, 5 e 6 (TR), nonostante la norma nazionale non sia stata citata nel recente decreto 560/2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Indubbiamente l’Italia porta ai tavoli europei la propria esperienza – conferma Marzia Bolpagni –. Così facendo si portano avanti anche quelle istanze particolari legate alle peculiarità del nostro Paese. Si pensi ad esempio al tema del rischio sismico o agli interventi di restauro edilizio”.
Non c’è dubbio che quello della digitalizzazione sarà sempre più il tema prevalente nel settore delle costruzioni. Conoscerlo e gestirlo sarà il campo sul quale questa fondamentale filiera industriale – che a livello europeo dà segni di ripresa con tassi di crescita di più del 2% annuo – giocherà il proprio futuro.