“Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel contratto”, ha esordito il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte – dopo aver letto la lista dei ministri del suo Governo. E poi ha chiosato: “Lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani”.
A quali italiani, esattamente, abbia fatto riferimento il neo-premier, in tutta franchezza non si capisce. Certamente non a quegli 8 italiani su 10 proprietari di un immobile, se è vero come è vero che tra le 18mila parole di cui consta il cosiddetto “Contratto di Governo per il Cambiamento”, se ce n’è una che non figura mai (e dico mai), quella è proprio “casa”. Né si trova alcun riferimento a tematiche non propriamente marginali quali la riduzione della fiscalità sul mattone; il sostegno e il rilancio dell’immobiliare; l’estensione di misure agevolative quali la cedolare secca anche ad unità commerciali; il contrasto all’emergenza abitativa; la ripresa dell’iter della riforma del catasto; la messa in sicurezza degli immobili, da un punto di vista strutturale ed impiantistico.
Conte – si dirà – avrà allora fatto riferimento almeno ai 42 milioni di italiani che risiedono in condominio e alle decine di migliaia di professionisti che li amministrano. E invece no, se è vero come è vero che nemmeno tale parola appare nelle 57 fumose pagine del documento programmatico a firma giallo-verde. Come a dire che mettere mano a una legge 220/2012 che dopo 5 anni dalla sua entrata in vigore ha mostrato tutte le sue lacune (e con tutto quanto ne consegue ad esempio in termini di conflittualità, abusivismo professionale, sovraccarico gestionale per gli amministratori), ebbene, neanche questa è tra le priorità del nuovo Esecutivo.
“Governo del Cambiamento”. Così piace chiamarlo ai suoi sostenitori. Ma nelle premesse, e nell’alveo di quanto compete a questa testata, l’unico cambiamento che si scorge è un’attenzione scesa da “marginale” a “nulla” nei confronti dei comparti della casa, del condominio e dei loro indotti.
L’auspicio, dunque, è che ci sia davvero un cambiamento. Ma di rotta. E che tale sterzata sia indotta, e accompagnata, dalle associazioni della proprietà immobiliare e dell’amministrazione condominiale che, hanno l’esperienza per indirizzarla e per governarla.
Gianluca Palladino