Anche il presidente di ConfAssociazioni Paolo Righi rimane cauto nel dare un giudizio sul nuovo Governo Conte, in attesa di comprendere quali saranno i primi passi, concreti, nei confronti del comparto immobiliare. Anche se, dalle sue parole, si può intuire un certo rammarico, almeno per quanto riguarda la scelta dei dicasteri: “Per adesso rimaniamo a guardare – esordisce Righi alla richiesta di un commento sulla nuova formazione governativa –. Certo, se dovessimo basare il nostro giudizio sulle promesse fatte in campagna elettorale, dovremmo bocciare tutti i governi. La scelta di creare il Ministero della Famiglia e quello per il Sud, ma soprattutto di accorpare Lavoro e Sviluppo Economico, ci lascia abbastanza perplessi, in quanto sono temi che non sempre vanno di pari passo. Speravamo in un Ministero per la Casa, lo avevamo chiesto. Adesso speriamo in un sottosegretario ”.
E sul Contratto di Governo per il Cambiamento? “L’unica cosa che sembra essere positiva – risponde Righi – è la cosiddetta flat tax: una tassazione ridotta e uguale per tutti, per estensione, potrebbe portare all’applicazione della cedolare secca anche per gli immobili commerciali, punto sul quale ci stiamo battendo da tempo. Il problema forte – prosegue – è capire esattamente quali siano le coperture. Probabilmente sarà necessaria una misura correttiva della legge di stabilità per il 2019. Staremo a vedere, in base alla nomina dei sottosegretari, come si intenderà procedere”.
Quindi, il numero uno di ConfAssociazioni torna sulla questione casa: “Preoccupa che nel Contratto di Governo non si sia tenuto conto del fatto che l’unico comparto dell’economia che permette di creare occupazione e far uscire definitivamente dalla crisi l’Italia è l’immobiliare. Rispetto agli altri Paesi europei siamo gli unici che non hanno fatto niente in questa direzione e la casa, nonostante l’aumento delle compravendite, continua a deprezzarsi. Come ConfAssociazioni abbiamo già elaborato e fatto pervenire alle forze politiche una serie di proposte congiunte per il rilancio del settore immobiliare, prima fra tutte, la riduzione delle patrimoniali (Imu, Tari e Tasi). Rimodulare la tassazione è fondamentale per far uscire il settore dalla crisi”.