Un plebiscito. È quello con in quale Francesco Burrelli (candidato unico) è stato riconfermato alla presidenza di Anaci, conseguendo il 97% dei consensi degli aventi diritto nell’ambito del XIII Congresso nazionale dell’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari, svoltosi a Bari.
“Sono molto contento perché questa rielezione è il riconoscimento del lavoro svolto negli ultimi 4 anni – ha commentato Burrelli –. Un operato che mi ha portato a sostenere le attività delle varie sedi territoriali di Anaci nell’ottica di una valorizzazione continua della figura dell’amministratore, sempre a tutela degli interessi della collettività. È vero, sono stato l’espressione di un’unica candidatura, ma non nascondo che sarebbe stato interessante anche poter competere, sulle idee ed i progetti futuri, con altri concorrenti perché è anche da una dialettica propositiva che può crescere la nostra associazione”.
Con Burrelli è stato riconfermato nella carica di tesoriere Anaci Giuseppe Merello, mentre è segretario nazionale Andrea Finizio.
Da Bari sono state quindi lanciate le nuove sfide dell’associazione, a partire dal condominio digitale, che rappresenta il futuro dell’abitare all’insegna dell’innovazione tecnologica, della semplificazione dei servizi, dell’efficienza attraverso il controllo dei consumi, degli impianti e l’alta formazione. “Si tratta di un passaggio fondamentale – ha spiegato Burrelli – utile non solo a noi amministratori, ma anche agli stessi cittadini perché, ad esempio, chi compra una casa avrà la possibilità di verificare da remoto, in tempo reale, la certificazione dei materiali e dell’impiantistica con cui essa è stata realizzata. Del resto, dobbiamo sempre più entrare nell’ottica di quella che sarà la città intelligente e di pratiche come la domotica”.
Ma futuro significa anche più formazione per competere in Europa: “È necessario – ha affermato Burrelli – che la categoria nel complesso cresca ulteriormente scalando gradi sempre più elevati di formazione per equipararsi agli EQF. La dimensione europea oggi è necessaria e non può essere considerata un orizzonte lontano: basti pensare ad un amministratore di Ventimiglia che non ha accesso professionale nella limitrofa Francia. Del resto, l’uniformità ce la chiederà l’Europa con le proprie normative tra quattro anni, pertanto pensiamo che questi processi indirizzati all’equivalenza professionale sia meglio gestirli ora che subirli in futuro”.