Rimasto in sospeso nella precedente legislatura, torna d’attualità il tema del consumo di suolo. A riportarlo agli onori della cronaca, il neo-ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intervenuto alla tavola rotonda su “Consumo del suolo e rigenerazione urbana”, organizzata dall’associazione Tes (Transizione ecologica solidale) e svoltasi a Roma, nella sede di Col diretti: “Il mio dicastero si farà garante affinché la legge sul consumo di suolo proceda il più velocemente possibile. È una priorità del mio ministero e sarà uno dei miei primi atti, per il quale confido nella collaborazione del Parlamento e delle forze politiche affinché finalmente possa venire approvata”.
Costa ha inoltre precisato che “oltre a consumo di suolo zero parliamo anche di spreco del suolo: saremo particolarmente attenti alla preservazione del suolo all’interno dei parchi e delle aree protette, in linea con le finalità di tutela ambientale. Sono favorevole – ha chiosato Costa- all’acquisizione al demanio dei manufatti abusivi. Mi piacerebbe che gli oneri di urbanizzazione di questi suoli non debbano confluire nelle spese ordinarie dei Comuni. Ritengo che dobbiamo cambiare il paradigma davvero e fino in fondo”.
Le parole del ministro, tuttavia, paiono aver suscitato un certo scetticismo, perlomeno nel web, come dimostra il commento lasciato da Eliana sulla pagina Fb del Ministero dell’Ambiente: “I manufatti abusivi in zone paesaggistiche vanno demoliti e non affittati con tanto di pubblicità su siti specializzati da parte degli stessi autori dell’abuso. Sembra paradossale? Invece no! Accade in questi giorni sulle coste della Gallura in Sardegna! E le denunce sono carta straccia perché nessuno si muove”.
Ma, come è noto, la questione del consumo di suolo sta molto a cuore anche a professionisti del settore, quali, in primis, l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, il quale già nei giorni scorsi era apparso piuttosto severo nei confronti del discorso di insediamento del premier Conte: “Era lecito attendersi qualche passaggio più incisivo in tema di obiettivi e politiche ambientali. Al primo ministro e al nuovo Governo va ovviamente concessa un’ampia apertura di credito e bisognerà attendere i primi provvedimenti normativi per esprimere opportuni giudizi di merito. Ma a quello che si presenta costantemente come l’Esecutivo del cambiamento è giusto chiedere posizioni più nette, parole che non lascino dubbi sul fatto che la tutela dell’ambiente trovi finalmente il posto centrale che le spetta”.
Come rimarca Simoncini, “veniamo da una legislatura durante la quale non si è riusciti a portare a casa una legge per il contrasto al consumo del suolo, si sono lasciati soli gli amministratori locali sul fronte dell’abusivismo e delle demolizioni, si è chiesto ai cittadini di non recarsi a votare per i referendum che riguardavano il futuro e la salute di tutti. Il contratto di Governo sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle non lascia intravedere un vero cambio di passo, infarcito com’è di dichiarazioni assai vaghe e sostanzialmente prive di un supporto concreto sotto il profilo operativo e delle risorse. Forse sono troppe le differenze di approccio a certi temi da parte delle due forze di maggioranza, ma è anche possibile che il presidente Conte riesca a operare una sintesi che finirà per sorprendere tutti in positivo. A patto, ovviamente, che dimostri più coraggio rispetto ai suoi predecessori”.