Un po’ casa, un po’ albergo: a parlare delle novità in essere nel business immobiliare e delle loro potenziali ripercussioni su una città dalla vocazione (anche) turistica come ad esempio Torino, è il presidente della Fiaip del capoluogo piemontese, Aurelio Amerio, che pone l’accento sul regolamento che disciplina il condhotel.
Come illustra Amerio, “Si tratta di un’opportunità di investimento immobiliare, ma anche di un nuovo modo di fare impresa nel campo dell’accoglienza turistica. La nostra associazione è pronta per svolgere attività di consulenza in questo campo nei confronti di tutti i cittadini che abbiano intenzione di acquistare immobili per questa finalità o trasformare quelli già di proprietà al fine di perseguire tale interessante business”.
Come spiega Paola Aglietta, dottore commercialista e revisore dei conti torinese, “I condhotel sono strutture miste: esercizi alberghieri che affiancano alla proposta delle camere anche unità abitative. Sono gestiti da un unico soggetto che mette a disposizione sia camere di albergo, sia appartamenti in locazione, con la condivisione di servizi comuni”.
Il condhotel può nascere sia dalla trasformazione in appartamenti di una porzione di un albergo esistente (non più del 40% della superficie), sia dall’aggregazione di un certo numero di appartamenti ubicati nelle immediate vicinanze (200 metri lineari).
Nel primo caso, le unità abitative risultanti dalla conversione da albergo a condhotel possono essere anche vendute ai privati: questa è una opportunità molto interessante per i privati che vogliano investire in immobili destinati ad attività ricettive (si pensi all’attuale grande interesse per le locazioni brevi e per le locazioni turistiche). Gli agenti immobiliari di Fiaip possono seguire i clienti passo passo, dall’acquisto dell’immobile alla trasformazione effettiva in condhotel.
“Il regolamento che lo disciplina è arrivato a inizio 2018 – chiarisce Aglietta –. Le Regioni dovranno poi emanare la specifica disciplina locale. Elemento caratterizzante è la compresenza di un contratto di trasferimento della proprietà verso un privato, da una parte, con un mandato di gestione dal privato all’impresa alberghiera, dall’altro, la quale conserva il diritto di affittare l’unità residenziale nei periodi di inutilizzo da parte del proprietario. Il contratto stabilisce le modalità di ripartizione degli oneri nonché dei ricavi”.
“Per il privato – spiega Amerio – l’operazione rappresenta un investimento immobiliare su unità abitative che vengono messe a reddito nel settore ricettivo, con la gestione interamente delegata al condhotel. Una formula nuova e molto interessante. Dal lato dell’operatore alberghiero, sono previste semplificazioni per la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera e trasformazione in unità abitative. Inoltre – conclude il presidente di Fiaip Torino – le spese per l’intervento di conversione possono dare diritto al bonus alberghi del 65%”.