“Le politiche economiche messe in campo a favore dell’immobiliare hanno accompagnato la crescita del prodotto interno lordo in tutti i Paesi avanzati. L’unico Paese che ha seguito politiche contrarie allo sviluppo dell’immobiliare è stato fino ad ora l’Italia che, dal 2011 in poi, è riuscita a bruciare i valori immobiliari complessivi per 2.000 miliardi. La legge di Bilancio sarà il banco di prova per l’attuale Governo, che se vorrà agganciare la ripresa, non dovrà fare altro che adottare politiche di sostegno per l’immobiliare, magari copiando da tutti gli altri Paesi che stanno già cavalcando la ripresa”.
La denuncia della situazione stagnante che continua a vivere il mattone, e il conseguente appello all’esecutivo gialloverde arrivano dal presidente Fiaip, Gian Battista Baccarini (nella foto), all’indomani dei dati diffusi da S&P sull’andamento dei prezzi delle case in Europa: cifre generalmente positive, e che peraltro fanno seguito a quelle relative al trend crescente del mercato statunitense.
“La mancata comprensione, da parte dei Governi che si sono succeduti dal 2011 in poi, che vi sia una stretta relazione tra la crescita dei fondamentali complessivi dell’economia e la crescita del mercato immobiliare – continua il presidente di Fiaip Baccarini – ha causato i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Ora, nella prossima Legge di Bilancio è necessario un intervento urgente di riduzione delle tasse sull’immobiliare, al fine di dare una boccata di ossigeno alla nostra economia. In tutti i Paesi Europei e negli Stati Uniti l’economia cresce nel suo complesso in quanto sono state adottate politiche volte a favorire lo sviluppo immobiliare. In Italia una forte azione di riduzione delle tasse sull’immobiliare produrrebbe un aumento di 1,5 punti del Pil. L’applicazione della cedolare secca a tutte le tipologie contrattuali inerenti la locazione porterebbe, inoltre, ad un recupero sostanzioso dell’evasione fiscale”.