Nella polemica delle ultime settimane sul taglio dei fondi per le periferie destinati ai Comuni (si veda anche Periferie: fiducia (con riserva) sullo sblocco dei fondi), interviene anche Luigi Ciannilli, presidente di CONF.A.I. (Confederazione Amministratori Immobiliari), che ha scritto al premier Conte una lettera di cui riportiamo un estratto.
Nel 2012, dopo oltre 10 anni di andirivieni tra Camera e Senato, è stata, approvata finalmente la legge di “Riforma del Condominio”, alla quale abbiamo contribuito con il Relatore e primo firmatario della stessa, il Sen. Mugnai, nel suggerire qualche utile proposta da includere nella stessa, partendo da un’esperienza che si viveva e sta vivendo a Ferrara, in un suo vasto quartiere degradato, che ha ormai contagiato tutta la città; proposta recepita, condivisa e approvata dal Parlamento con il seguente comma in calce all’ex art. 1135 del CC:
«L’assemblea può autorizzare l’amministratore a partecipare e collaborare a progetti, programmi e iniziative territoriali promossi dalle istituzioni locali o da soggetti privati qualificati, anche mediante opere di risanamento di parti comuni degli immobili nonché di demolizione, ricostruzione e messa in sicurezza statica, al fine di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, la vivibilità urbana, la sicurezza e la sostenibilità ambientale della zona in cui il condominio è ubicato».
Abbiamo scritto a tutti i capoluoghi di provincia d’Italia e all’ANCI, per segnalare questo comma e offrire la nostra collaborazione per come attivarlo proficuamente. Perché crediamo, per le esperienze che la nostra professione ci propina quotidianamente, che non basti ristrutturare e recuperare la parte edilizia per ottenere quella vivibilità urbana contenuta nel comma citato.
Ma due soli Comuni ci hanno risposto da tutt’Italia e, nel Comune di Ferrara, pur avendo avuto due incontri sull’argomento, con il sindaco in persona e con l’assessore all’Urbanistica ed Edilizia privata, alcuna collaborazione si è riusciti ad instaurare: evidentemente altri problemi sottostanno alla questione che ha portato perfino a mobilitare l’Esercito per provare a contrastare in particolare la mafia nigeriana che ha infestato la città.
E neppure segnalazioni alla Prefettura e Questura sono riuscite finora a consentire di poter fare una sperimentazione su quanto si potrebbe mettere in atto e da cui maturò la proposta segnalata al Relatore della L. 220/2012. Problemi che, se aggrediti in tempo, fanno scoprire e capire che hanno prioritariamente carattere amministrativo, prima ancora che di ordine pubblico.
Ora scopriamo, dopo aver anche sentito quanto dichiarato di recente sull’argomento, dal presidente dell’ANCI nonché sindaco di Bari, che il taglio o rinvio dei fondi per le periferie mette a rischio il recupero (sic!) delle stesse!