Circa 80 fra istituzioni e aziende di rilievo nazionale coinvolte e 60 buone pratiche elaborate da 6 gruppi di lavoro su altrettante tematiche trasversali: questi in estrema sintesi i numeri presentati alla prima conferenza annuale sulla Piattaforma Italiana per l’Economia Circolare (ICESP), coordinata da ENEA, che si è svolta al Senato alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo, del presidente dell’ENEA Federico Testa, della presidente della commissione Ambiente del Senato Vilma Moronese, della senatrice della commissione Ambiente Patty L’Abbate e di Antonello Pezzini, membro del Comitato Economico e Sociale Europeo, e rappresentante della piattaforma ECESP (European Circular Economy Stakeholder Platform), che riunisce gli stakeholder europei sull’economia circolare.
“Nell’economia circolare l’Italia primeggia in Europa per numero di occupati, valore aggiunto e brevetti, e nel campo del riciclo siamo un passo avanti a Francia, Germania e Regno Unito. Ma rispetto a questi tre Paesi siamo molto al di sotto per investimenti nel settore, a conferma delle nostre ottime prestazioni pur con strumenti non del tutto adeguati”, ha sottolineato Roberto Morabito presidente ICESP e responsabile del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA.
“Nel consumo di materiali riciclati – ha puntualizzato Morabito – siamo un gradino più in alto di Francia e Germania, mentre per capacità di riciclare i rifiuti solidi urbani siamo più su della Francia e alla pari con il Regno Unito. La percentuale di riciclo dei rifiuti in Italia è del 67% contro il 55% della media europea; anche sul riciclo dei rifiuti da imballaggio siamo ben oltre la media Ue, in particolare nel caso dei rifiuti di legno ci attestiamo al 60% contro il 40%. Molto buona anche la percentuale di addetti nel settore dell’economia circolare rispetto al totale degli occupati in Italia, che si attesta al 2,05% contro l’1,71%. In Europa siamo quindi sopra la media per indici di riciclo di tutte le tipologie di rifiuti, ad eccezione di quelli elettrici ed elettronici dove siamo sotto”.
Tuttavia, secondo il presidente ICESP, “nel nostro Paese manca una normativa che sostenga l’economia circolare; in particolare sarebbe utile avere un’applicazione più efficace delle norme sull’end of waste in grado di avviare il mercato di una vasta gamma di materie prime seconde, in tempi certi e al passo con le esigenze del sistema Paese. Inoltre, sarebbe necessario rendere l’applicazione della disciplina del sottoprodotto certa e uniforme sul territorio nazionale, in maniera tale da consentire l’adozione di pratiche di simbiosi industriale come normali pratiche di gestione e valorizzazione degli scarti; simbiosi industriale che peraltro, si configura come un’efficace strategia per la prevenzione della produzione di rifiuti”, ha concluso Morabito.
Le 60 buone pratiche elaborate sono relative ai settori più svariati, dal riciclo dei materiali ai prodotti da materiali secondari, dalla sharing economy ai modelli di gestione; ora saranno condivise con la piattaforma ECESP che finora ha raccolto 184 buone pratiche di cui 24 italiane.
I sei gruppi di lavoro della piattaforma ICESP sono coordinati da Università di Bologna, Regione Puglia e CNA, Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico, ENEL e Intesa Sanpaolo Innovation Center, Regione Puglia e Unioncamere.
ICESP è nata a seguito della scelta da parte della Commissione europea di includere ENEA nel Gruppo di Coordinamento della piattaforma europea ECESP in qualità di rappresentante del mondo della ricerca. Come unico membro italiano è stata invitata a svolgere il ruolo di hub nazionale per l’economia circolare, agendo come interfaccia tra il sistema Italia ed ECESP. Sulla base di questo incarico ha promosso la realizzazione della piattaforma ICESP, che ha la finalità di creare un punto di convergenza nazionale su iniziative, esperienze, criticità, prospettive e aspettative legate all’economia circolare, che il sistema Italia vuole e può rappresentare in Europa con un’unica voce, promuovendo il modello italiano di economia circolare.
ICESP è aperta all’adesione di attori del settore dell’economia circolare secondo un approccio inclusivo. I partecipanti aderiscono alla Carta ICESP, che definisce gli obiettivi, la composizione, i campi di interesse e gli strumenti operativi della piattaforma, impegnandosi a contribuire in maniera interattiva alle varie attività tra cui: partecipare alle iniziative della piattaforma e ai gruppi di lavoro, fornire buone pratiche e promuovere ICESP nel proprio network di riferimento.