[A cura di: BMItalia – Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari & Building Manager] Interessante, proficuo e costruttivo l’incontro al quale abbiamo partecipato lo scorso 29 aprile e nel quale sono intervenuti i vertici di alcune associazioni che hanno aderito all’invito formulato dal presidente UNAI Rosario Calabrese (si veda anche: “Associazioni unite in vista del tavolo sul registro degli amministratori“) in vista del tavolo tecnico convocato dal Sottosegretario alla Giustizia, On. Jacopo Morrone. Tuttavia, non avendo assoluta contezza dei contenuti che saranno oggetto dell’appuntamento fissato per il prossimo 9 maggio presso il Ministero della Giustizia, sono state affrontate tematiche di carattere assolutamente generale dalle quali però sono comunque emerse chiare indicazioni su cui è stato trovato pieno accordo fra gli intervenuti. Tra queste il riconoscimento del ruolo centrale da attribuire alle associazioni. Soprattutto (ma non solo) in termini di formazione da parte delle associazioni alle quali, attraverso docenti e formatori preparati, sia affidata in forma esclusiva l’attività stessa di formazione, e non come purtroppo oggi avviene, demandata a soggetti improvvisati e privi di adeguata conoscenza della materia.
Analoga intesa è stata espressa anche sul riconoscimento della professione – oggi purtroppo ancora troppo bistrattata – e sull’ipotetica istituzione di un Registro che non sia una mera vetrina di dati anagrafici e fiscali, i quali, se fossero quelli annoverati nell’intervista rilasciata dal Sottosegretario il 21 agosto scorso, conterrebbero elementi inammissibili sia dal punto di vista della privacy che delle più banali regole di mercato, tali da rendere impossibile la sua pubblicazione e quindi inutile al raggiungimento delle finalità auspicate.
Volendo ipotizzare i possibili temi oggetto della convocazione da parte del Sottosegretario Morrone (istituzione Registro Amministratori, equo compenso, compatibilità tra la professione di amministratore ed agente immobiliare), fermi restando i punti sopramenzionati, la posizione di BMItalia Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari & Building Manager è quella, in parte già espressa in precedenza dal presidente Giovanni Zullo, che mira a creare i presupposti affinché siano apportate modifiche all’attuale normativa con particolare attenzione all’art. 71 bis delle DD. AA. C.C. (che contiene delle deroghe tali da permettere anche a chi non è in possesso dei requisiti richiesti di amministrare il proprio condominio) ovvero alla Legge 4/2013 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate), sicuramente più stringente ed onerosa, anche se di riflesso, per tutti quei professionisti che aderiscono ad associazioni di categoria (tanto che quasi ad un professionista converrebbe non aderire ad alcuna di esse) secondo quanto previsto dall’art. 7 della citata norma. Motivo per cui dovrebbero, inoltre, essere più puntuali anche i contenuti della suddetta Legge che all’art. 10 demanda al Ministero dello Sviluppo Economico (un nuovo soggetto rispetto al già individuato e competente Ministero della Giustizia) la vigilanza sulla corretta attuazione delle disposizioni della norma in questione, e che si presenta totalmente scollegata, almeno per la categoria professionale degli amministratori di condominio, dalla Legge 220/2012 e dal DM 140/2014.
In virtù di quanto sopra, BMItalia non esprime parere contrario all’istituzione di un Registro che dovrebbe però essere più un mezzo di tutela e garanzia per i professionisti piuttosto che uno strumento al mero servizio dell’utenza e/o dell’amministrazione finanziaria, alla quale andrebbe demandata un’attività complementare di controllo con le medesime finalità su menzionate sia nell’interesse dei professionisti che dell’utenza stessa.
Relativamente all’equo compenso, come già avvenuto per altri professionisti iscritti ad Ordini e Collegi, si ritiene opportuno che la materia venga disciplinata al fine di evitare pratiche concorrenziali scorrette (non è raro riscontrare ad esempio “professionisti” che si propongano per assumere mandati anche a titolo gratuito per un certo periodo).
Infine, per quanto riguarda la compatibilità tra la professione di amministratore e quella di agente immobiliare, a pochi giorni dall’approvazione del modificato art. 2 del Disegno di Legge Europea (Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea), rimangono forti dubbi e consistenti perplessità sulla possibilità che gli agenti Immobiliari possano svolgere l’incarico di amministratore di condominio, se non altro per i possibili casi di conflitto di interessi che potrebbero generarsi in determinate circostanze.