[A cura di: Daniele Barbieri, segretario generale Sunia] Dopo un anno e mezzo dalla delibera del precedente Governo, che prevedeva l’aggiornamento degli indirizzi per l’utilizzo delle residue risorse (250 milioni di euro) ex Gescal, finalmente il Mit ripartisce i fondi alle Regioni.
È una buona notizia, anche se arriva con forte ritardo, soprattutto se la destinazione di questi fondi sarà solo ed esclusivamente l’affitto a canone sociale e sostenibile unito a programmi di riqualificazione e rigenerazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Ora, è necessario che le Regioni avvino rapidamente le procedure per l’utilizzo di questi fondi ed aprano un confronto con le Organizzazioni sindacali per la loro destinazione. La richiesta che il Sunia avanza è quella di non sprecare queste risorse per interventi in edilizia agevolata destinata alla vendita.
Il bisogno abitativo del nostro Paese è quello di avere abitazioni in affitto a canoni sostenibili. Una ennesima operazione a sostegno della casa in proprietà è improponibile se veramente si vuole affrontare il disagio provocato dalla scarsità dell’offerta di alloggi in locazione che rispondano alle possibilità economiche delle famiglie.
La realizzazione di questo obiettivo deve avvenire rigenerando quartieri di edilizia pubblica, razionalizzando spazi senza speco di suolo e avviando un programma di efficientamento statico ed energetico, come d’altronde prevede la delibera d’indirizzo del dicembre 2017
Queste risorse però non possono essere considerate sufficienti. Un programma ambizioso di riqualificazione e rigenerazione urbana che parta dalle periferie degradate e garantisca una adeguata offerta di alloggi sociali deve avere una programmazione e linee guida di medio lungo periodo con risorse certe e continuative e non interventi spot.
È questo il modo, in questo settore, per creare lavoro e soddisfare bisogni primari.