[A cura di: MyDatec] Incolore, insapore e inodore, il radon è un gas naturale presente negli ambienti indoor che si sprigiona dal sottosuolo ed è riconosciuto dall’Istituto Superiore di Sanità come secondo fattore scatenante del tumore ai polmoni dopo il fumo.
Fin dal 1988 l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito il radon nel Gruppo 1, all’interno del quale sono presenti anche il fumo di sigaretta e l’amianto, sostanze di cui è stata appurata un’evidenza sufficiente di cancerogenicità a seguito di studi epidemiologici condotti sull’uomo. Derivante dal decadimento dell’uranio, quando si disperde all’aperto il radon non rappresenta un rischio concreto per la salute, ma il problema si pone nel caso di ambienti chiusi e non correttamente ventilati all’interno dei quali la penetrazione può concentrarsi anche notevolmente, causando valori incrementali preoccupanti per la salute.
Gli edifici maggiormente a rischio sono quelli realizzati sui territori di origine vulcanica o che impiegano materiali da costruzione come tufo, pozzolane e graniti. In Italia infatti, le incidenze maggiori si registrano in alcune zone del Lazio e della Campania causate dall’impiego del tufo nelle realizzazioni edili, ma altrettanto esposte a questo tipo di inquinamento sono anche la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte.
“Il radon è presente, sia pur in diverse quantità, in tutti gli edifici. Le regioni dove sono più numerosi valori elevati di concentrazione sono Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Campania, ma in quasi tutte le regioni ci sono zone più o meno estese, in relazione alle caratteristiche dei suoli e degli edifici” spiega Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la Protezione dalle Radiazioni all’Istituto Superiore di Sanità.
Le variazioni di pressione e temperatura che si registrano normalmente tra i piani bassi e quelli alti di un edificio fanno sì che il gas tenda a salire, in particolar modo durante la stagione invernale con l’accensione del riscaldamento per la presenza di correnti ascensionali nelle canne fumarie.
“Il radon è un gas radioattivo che si lega al particolato presente negli ambienti indoor e grazie a questo si deposita a livello dei bronchi, bronchioli e alveoli polmonari. Nel caso di esposizione al gas radon, il tumore al polmone ha un’incidenza in Italia del 10% di tutti i tumori polmonari, con circa 3200 casi all’anno” spiega Alessandro Miani, Presidente della Società italiana di Medicina Ambientale.
Trattandosi di un gas inerte, il radon non è di per sé nocivo per la salute, ma i rischi per l’uomo derivano dall’esposizione ai metalli prodotti dal suo decadimento, quali piombo, bismuto e polonio.
Da un punto di vista scientifico non è nota al momento una concentrazione tale da poter essere definita innocua per la salute, ma la Raccomandazione dell’Unione Europea (Raccomandazione 90/143/Euratom) ha stabilito dei livelli di riferimento per abitazioni ed uffici che si attestano a 200 Bq/mc per le nuove costruzioni e 400 Bq/mc per quelle preesistenti.
Il superamento dei suddetti valori impone la tempestiva attuazione di provvedimenti volti a ridurne la concentrazione.
I soggetti più a rischio sono le persone che trascorrono molte ore all’interno di ambienti chiusi o che svolgono attività lavorative in luoghi seminterrati e sotterranei. Nel contesto domestico, gli ambienti maggiormente esposti alle concentrazioni di gas radon sono la cucina e le taverne e tendenzialmente tutte le sale in cui si trascorre buona parte della giornata senza assicurarne una corretta ventilazione.
La presenza del radon all’interno di un edificio può dipendere da diversi fattori, tra cui in prevalenza il territorio sul quale viene edificato, la tipologia e i materiali impiegati per la costruzione, i ricambi d’aria e la presenza o meno di un’adeguata ventilazione degli ambienti indoor.
La sua concentrazione può derivare da una pavimentazione poco isolata, dalle intercapedini poste a contatto diretto con il suolo, dalla presenza di crepe o fessurazioni dovute all’errata posa di materiali da costruzione, nonché dalla collocazione dell’appartamento nei piani seminterrati o al piano terra.
Studi condotti in questi anni hanno dimostrato che ventilare gli ambienti indoor aumentando il ricambio d’aria con l’esterno è uno dei principali e più efficaci interventi volti alla riduzione del radon in appartamenti e uffici. Se è vero che la ventilazione naturale possa contribuire a ridurre il problema in caso di valori che non abbiano già raggiunto soglie preoccupanti, è altrettanto dimostrato che determini un eccessivo dispendio termico soprattutto nelle stagioni più fredde, con inevitabili ricadute sul bilancio della spesa energetica.
L’implementazione di un impianto attivo di ventilazione meccanica controllata termodinamica permette invece di controllare i volumi di aria scambiati con l’esterno garantendo una ventilazione forzata continuativa durante l’intera giornata, scongiurando la presenza di COV (composti organici volatili) e la relativa concentrazione degli inquinanti negli ambienti indoor.
Grazie ad una consolidata esperienza nel controllo della qualità e nel rinnovamento dell’aria, le soluzioni tecnologiche come quelle sviluppate da MyDATEC forniscono una valida risposta a questa esigenza.
L’installazione di filtri dall’elevata efficienza in grado di trattenere il particolato di diametro fino ai 2.5 micron in percentuali superiori al 90%, fa sì che le soluzioni MyDATEC ottemperino alla normativa UNI EN 10339/1995 che stabilisce l’importanza di garantire adeguate condizioni termiche, igrometriche e di qualità dell’aria, assicurando in particolare:
La Ventilazione Meccanica Controllata a doppio flusso con pompa di calore sull’aria estratta sviluppata da MyDATEC consiste in una rete indipendente di condotti che garantiscono:
La pompa di calore consente di recuperare il calore sensibile e latente dall’aria estratta riducendo le perdite di energia associate al rinnovamento dell’aria.
Inoltre, in un’ottica di contenimento dell’esposizione al gas radon, è bene tenere presente che il sistema di climatizzazione aria/aria ha il doppio vantaggio di funzionare esclusivamente con aria nuova, garantendo l’estrazione continua degli agenti inquinanti presenti negli ambienti indoor e assicurando così un elevato comfort abitativo.
Nel caso pratico, l’installazione di un impianto di questo tipo all’interno di un appartamento di 130 m2 è in grado di garantire un ricambio completo del volume di aria interno ogni 2 ore circa.
Le soluzioni MyDATEC prevedono infatti un’interazione continua tra la VMC e il sensore della qualità dell’aria Air+ che assicurando un monitoraggio costante di temperatura, umidità e COV presenti nell’ambiente, permette di regolare di conseguenza le portate del sistema di ventilazione termodinamica.