[A cura di: Massimo Anderson – presidente nazionale Federproprietà]
I dati forniti dall’Istat e riguardanti il mercato immobiliare del primo trimestre 2019 non sono certamente positivi perché confermano che i prezzi delle abitazioni sono ancora diminuiti di uno 0,5% rispetto al trimestre precedente e addirittura del 17,2 % rispetto al 2010. In alcuni casi, se prendiamo come riferimento il 2008 data di inizio della cosiddetta bolla immobiliare, si sono avuti cali che hanno toccato il 50%. La crisi economica non accenna a diminuire e ha contribuito sicuramente a determinare un crollo nelle vendite anche e soprattutto nelle grandi città dove maggiormente si fa sentire una minore disponibilità di reddito.
Federproprietà, da sempre, ha individuato nell’eccessiva tassazione che colpisce gli alloggi di proprietà una delle motivazioni per una scarsa predisposizione ad investire sul mattone. Quello considerato uno dei migliori beni rifugio è diventato il settore che garantisce ai governi le più sicure entrate di denaro liquido senza che ci si possa sottrarre a questa imposizione. È stato così che, nel tempo, si è cercato di evitare lo strettamente non necessario e si sono eliminate le proprietà legate alle eredità di genitori o parenti che vivevano in paesi della provincia con più spese che reddito.
Le imposte sui rifiuti, ad esempio, o i costi di gestione di molti servizi amministrati dai Comuni o dallo Stato, sono talmente sproporzionati da non ritenere vantaggioso il mantenimento di un altro immobile, se non quello in cui si vive abitualmente. Stessa cosa dicasi poi per l’Imu, veramente onerosa su una seconda casa.
Per assurdo anche il mancato incremento demografico del nostro Paese ed il fenomeno dell’immigrazione hanno pesato notevolmente su questo settore e vi spieghiamo perché. Da anni le persone abitanti in Italia sono in numero più o meno stabile se non addirittura in diminuzione. occorre poi fare delle distinzioni perché gli italiani sono percentualmente sempre meno rispetto agli stranieri. Questi, quando vengono in Italia, difficilmente lo considerano un trasferimento definitivo. Per la maggior parte sono interessati ad un ritorno nella loro patria una volta terminato il loro ciclo lavorativo e questo li spinge a non investire nel settore immobiliare ma a cercare una soluzione momentanea con il canone di affitto. Le nuove famiglie italiane, formate da coppie di giovani, pur lavorando entrambi non riescono a raggiungere quel livello economico che aveva permesso ai loro genitori di comprarsi la casa di abitazione e quindi anche loro si dirigono più facilmente sull’affitto che sull’acquisto. Non è raro che, essendo queste le situazioni economiche di partenza, possa accadere che queste fasce più deboli non rispettino gli impegni presi a tutto discapito dei locatori.
Per questo motivo Federproprietà si è fatta parte attiva perché in Parlamento venisse affrontata questa questione e si cercasse una soluzione che garantisse ai proprietari di immobili un minimo di sicurezza nei confronti di chi non mantiene fede agli accordi pattuiti in termini di affitto. È stato così presentato un disegno di Legge a firma del senatore Maurizio Gasparri ed altri parlamentari che riproduciamo qui di seguito.
“Disegno di legge per la disciplina della morosità nelle corresponsione del canone di locazione per gli scopi abitativi”.
Art. 1
1. Nel caso in cui, dopo l’emissione da parte del Giudice dell’ordinanza di convalida dello sfratto o di rilascio ex art. 665 c.p.c., perduri o si manifesti la morosità del conduttore, il locatore di unità immobiliari residenziali che proceda all’esecuzione dello sfratto ha diritto di avvalersi della forza pubblica sin dal primo accesso fissato dall’Ufficiale Giudiziario.
2. Il locatore dovrà presentare apposita istanza di concessione della forza pubblica all’Ufficio Esecuzioni del distretto di Corte d’Appello in cui è ubicato l’immobile unitamente al titolo esecutivo, all’atto di precetto ad al preavviso di rilascio.
3. La forza pubblica, pertanto, dovrà rendersi disponibile ad assistere l’Ufficiale Giudiziario nell’esecuzione dello sfratto sin dalla prima data fissata da quest’ultimo non oltre 30 giorni dalla presentazione della suindicata richiesta.
Art. 2
Nell’art. 11, co. 2 , della legge 9.12.1998 n. 431 il secondo periodo è sostituito dal seguente: “I contributi integratii destinati al conduttore moroso sono erogati dal Comune al locatore interessato quale sanatoria della morosità medesima, anche tramite l’associazione dei proprietari edilizi designato dallo stesso locatore per iscritto; l’attestazione dell’avvenuta sanatoria è attestata con immediata dichiarazione al Comune da parte dell’associazione predetta o dallo stesso locatore.
Relazione
La presente proposta di legge nasce dall’esigenza, da più parti sottolineata, che il mercato dell’edilizia abitativa possa trovare finalmente un trend positivo. Come si ricorderà, il regime vincolistico e le difficoltà dei proprietari a rientrare in possesso delle unità immobiliari locate hanno pesantemente condizionato il settore, condizionamento che tuttora si verifica in larga misura.
Purtroppo, l’assoluta inerzia del Governo (e anche dei precedenti) non ha consentito di porre in essere un’effettiva politica della casa ed al momento il settore risulta abbandonato sotto il profilo dell’approntamento di nuove disponibilità abitative anche attraverso il recupero dell’esistente, con la sola eccezione di un sensibile incremento del c.d. canale concordato, incremento voluto e promosso dalle organizzazioni di categoria.
Tuttavia, va oggi segnalata un’importante svolta della giurisprudenza che finalmente chiama la pubblica Amministrazione a pagare una giusta e corposa indennità ai proprietari le cui unità abitative risultano da tempo occupate senza titolo, senza alcun intervento delle autorità preposte per effettuarne lo sgombero.
Sembra quindi arrivato il momento per sbloccare, almeno nel caso di perdurante morosità, le procedure esecutive di rilascio liberandole da lacci e laccioli frutto di demagogiche e quanto mai inutili e penalizzanti iniziative. Si propone pertanto di ritornare a procedure ordinarie, trasparenti e snelle, tenuto peraltro conto che l’avvio da parte dei Comuni della ricerca di soluzioni alternative, come sollecitato nelle recenti direttive del Ministero degli interni, non può porre nel nulla il sacrosanto diritto dei proprietari; al riguardo non possiamo dimenticare che spesso il rientro in possesso dell’alloggio da parte dei proprietari supera il biennio.
Riteniamo ancora una volta di aver agito nell’interesse nell’interesse di quell’80% delle famiglie italiane proprietarie di abitazione anche perché se il mercato immobiliare tornerà ad essere un motore per l’economia ne trarrà vantaggio l’intero Paese.