Che cosa prevede, chi riguarda e quali sono potenzialità e limiti del Decreto Fer 1 pubblicato in Gazzetta Ufficiale?
Come rimarca Valerio Natalizia, regional manager SMA South Europe: “La normativa dà nuovo impulso al mercato delle rinnovabili e senza dubbio accelera l’obiettivo governativo di raggiungere i circa 30 GW aggiuntivi fino al 2030. Positiva anche l’incentivazione a sostituire le coperture in amianto ed eternit. È un provvedimento, dunque, che indubbiamente favorisce le rinnovabili, e il fotovoltaico in particolare, ma che non sostituirà un mercato che di fatto è già partito e registra a livello italiano i 500/600MW di nuove installazioni l’anno, anche in market parity, indipendentemente dagli incentivi pubblici”.
Il Decreto, che divide i premi in due classi, in base alla potenza degli impianti inferiore o superiore a 1 MW con due differenti porte di accesso, rispettivamente i registri e le aste, sarà attivo a partire dal 30 settembre 2019, con 7 cicli che si ripeteranno fino al 30 settembre 2021.
Continua Natalizia: “Vediamo il Decreto FER1 come uno strumento complementare. Il futuro delle rinnovabili va oltre la logica dell’incentivazione pubblica e necessita di ulteriori formule di supporto, come ad esempio le detrazioni fiscali, che hanno consentito all’Italia di raggiungere negli ultimi anni un mercato indipendente da incentivi diretti, o i PPA (Power Purchase Agreement) pubblici o privati. Parallelamente, c’è bisogno di una normativa tecnica che consenta un progetto industriale sostenibile e duraturo, una disciplina che, ad esempio, agevoli l’installazione e l’utilizzo di varie fonti e faciliti le procedure, l’allaccio alla rete e la vendita dell’energia a terzi. Un esempio è rappresentato dalle comunità energetiche, distretti e aree all’interno delle quali è possibile scambiare energia con variabilità di più fonti e tecnologie, come ad esempio le batterie e le pompe di calore. Questo permetterebbe la nascita della figura del prosumer, come integrazione del produttore e del consumatore”.
Conclude Natalizia: “Ben venga il decreto, ma c’è ancora molto da fare. Ci auguriamo che le prossime normative non siano incentrate solo sugli incentivi e che consentano alle aziende di raggiugere una programmabilità orientata alla crescita”.
Un atteggiamento quantomeno prudente nei confronti del decreto è espresso anche da Giorgio Pucci, tra i massimi esperti italiani in materia di fotovoltaico e presidente di Enerqos Energy Solutions: “È davvero così semplice l’accesso alle agevolazioni per chiunque decida di sostituire un tetto o una copertura in eternit? La risposta è: no. Purtroppo, infatti, i tempi necessari all’ottenimento dei titoli autorizzativi sono molto più lunghi rispetto alle scadenze previste dal decreto per avere accesso agli incentivi attraverso le due modalità indicate: l’iscrizione ai registri e la partecipazione alle procedure d’asta che sono subordinate alla richiesta dei requisiti generali”.
Occorre ricordare che per l’accesso agli incentivi i bandi sono organizzati in quattro gruppi:
Sono, inoltre, potenziali beneficiari gli impianti di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW; quelli oggetto di interventi di potenziamento, qualora la differenza tra la potenza post e pre intervento sia inferiore a 1 MW e, infine, gli impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1MW.
In riferimento, dunque, al gruppo A-2 spiega ancora Pucci: “Il Decreto Fer1 da una parte ha messo un po’ di ordine all’interno del sistema dei registri, che prima non è mai stato sufficientemente funzionale agli obiettivi. Dall’altra, c’è tuttavia da rilevare, in riferimento agli impianti di potenza inferiore a 1MW, che la procedura per la partecipazione alla selezione dei progetti inserita nel Regolamento del GSE è insidiosa se non si dispone già dei requisiti, soprattutto quelli relativi all’ottenimento della SCIA (in media 30/45 giorni) e dell’adeguamento al TICA, Testo integrato delle connessioni attive (circa 60/90 giorni)”.
I tempi di svolgimento delle procedure decorreranno dal 30 settembre 2019 e, a seguire, ogni 4 mesi fino al 30 settembre 2021, per un totale di 7 bandi per i quali le richieste di iscrizione possono essere inviate esclusivamente nei periodi di apertura. La possibilità di dare un taglio netto all’amianto nel nostro Paese sarebbe realmente determinante per la salute pubblica. Tuttavia, tra l’entrata in vigore del testo (10 agosto scorso) e l’effettiva partenza della “macchina smonta amianto” potrebbe esserci la causa impediente all’effettiva funzionalità del decreto, calcolata sul fattore tempo e relativi termini. “In conclusione, non è corretto dire che gli incentivi siano destinati a chiunque decida di rimuovere il tetto in eternit o coperture varie – chiosa Pucci –. Lo sarebbe se l’appello al nuovo Governo, di semplificazione dei tempi, dei requisiti e delle procedure fosse accolto”.