Che cos’è la relazione di acustica da presentare in Comune? E quali informazioni deve contenere? È questo l’oggetto di un approfondimento a cura di Anit, di cui riportiamo un estratto dei passaggi salienti.
Le valutazioni di impatto acustico servono in sostanza per valutare quanto rumore può generare un’opera e se tale rumore supera o meno i limiti di legge in vigore.
La Legge quadro sull’inquinamento acustico (Legge 447/1995) all’art. 8 indica che devono essere sottoposti a valutazione di impatto acustico:
Le opere devono essere sottoposte a valutazione sia che vengano realizzate ex-novo, sia che vengano modificate o potenziate.
Inoltre devono contenere una documentazione di previsione di impatto acustico:
Le relazioni di impatto acustico devono essere redatte seguendo le indicazioni riportate nelle Leggi e Delibere regionali (ad es. per la Lombardia D.G.R. 8313 del 2002).
I limiti da rispettare sono definiti dai decreti attuativi della Legge quadro. Ad esempio dal DPCM 14-11-1997.
Le relazioni di clima acustico hanno lo scopo di valutare la rumorosità presente in un’area prima di realizzare una nuova opera. Servono quindi per determinare se l’area è compatibile con la nuova costruzione e prevedere eventuali opere di mitigazione dei rumori.
La Legge quadro, sempre all’art. 8, indica che bisogna redigere una valutazione previsionale di clima acustico per le aree interessate alla realizzazione di:
Anche le relazioni di clima acustico devono essere redatte seguendo le indicazioni riportate nelle Leggi e Delibere regionali, e i limiti da rispettare sono definiti dai decreti attuativi della Legge quadro (ad es. DPCM 14-11-1997)
Una verifica dei requisiti acustici passivi consiste nel valutare se un edificio rispetta o meno specifiche prestazioni di isolamento dai rumori. Attualmente in Italia sono in vigore i limiti definiti dal DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”. Il Decreto specifica le prestazioni che devono possedere gli edifici in merito a:
I requisiti acustici passivi possono essere calcolati analiticamente e misurati in opera. I limiti imposti dal DPCM si riferiscono alle prestazioni in opera, ad edificio ultimato.
Infine una relazione di Classificazione Acustica ha lo scopo di valutare in quale classe si trova l’unità immobiliare che stiamo analizzando. I valori limite delle classi e le procedure da seguire sono definiti dalla norma UNI 11367.
L’applicazione delle classi acustiche è generalmente volontaria. Attualmente sono richiamate in alcuni regolamenti locali (leggi regionali e regolamenti edilizi comunali) e nel DM 11 ottobre 2017 sui “Criteri Ambientali Minimi”, che impone, nelle gare di appalto di edifici pubblici, il raggiungimento della Classe II.
In generale tutte le relazioni che richiedono misurazioni fonometriche devono essere redatte da Tecnici Competenti in Acustica (TCA). Pertanto è necessaria tale qualifica per le valutazioni di clima e impatto acustico e per le misure in opera dei requisiti acustici passivi.
Per i calcoli previsionali dei requisiti acustici passivi invece non vi è una chiara indicazione legislativa. Secondo un documento emanato dal Ministero dell’Ambiente nel 1998 qualsiasi “progettista edile” può redigere le relazioni di calcolo previsionale. Si raccomanda però di verificare sempre eventuali indicazioni differenti riportate in Leggi Regionali o Regolamenti Edilizi comunali. Ad esempio nelle Marche la DGR 809 del 2006 specifica che i calcoli previsioni di acustica devono essere redatti da tecnici competenti.