Non solo l’ipotesi di incremento di alcune voci d’imposta sulla casa. C’è anche un altro provvedimento contenuto del documento programmatico di bilancio che sta facendo discutere e, anzi ha suscitato perfino la dura reazione da parte di alcuni operatori dell’indotto condominiale: si tratta del cosiddetto bonus facciate al 90%.
Tra gli indignati vi è Rete IRENE che, attraverso il suo presidente Manuel Castoldi, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte promuovendo una riflessione più approfondita sul provvedimento.
Manuel Castoldi parte da alcune considerazioni: “Ci sono voluti più di 10 anni per mettere a punto un Decreto Ministeriale (26 giugno 2015) che è ritenuto il testo unico per le nuove costruzioni e per gli interventi di manutenzione sul patrimonio esistente, indicando nelle varie tabelle i requisiti minimi, di carattere energetico, cui devono rispondere i nuovi edifici e quelli in ristrutturazione (anche della sola facciata). E ci sono voluti più di tre anni perché l’Agenzia delle Entrate regolamentasse i Bonus (eco e sisma) nella loro possibilità di cessione; il tutto nello spirito di rendere le abitazioni meno energivore (quindi meno inquinanti – ecobonus) e più sicure (sisma bonus). Di fatto allo stato attuale, in base a questa legislazione, se si fa un intervento sulla facciata di un edificio esistente si è obbligati (salvo alcune deroghe ed esclusioni che per altro incidono poco) a mettere a norma energetica l’involucro edile e, nel caso fosse richiesto, di migliorare la sua prestazione antisismica. Quindi, in base a questo decreto ministeriale ed ai bonus relativi, non è possibile intervenire a capocchia sulle facciate, ma occorre studiarne l’efficienza energetica e sismica e porvi rimedio”.
“Le imprese del settore – continua Castoldi – in questi anni si sono attrezzate per essere pronte tecnicamente ad affrontare questo mercato assumendo tecnici ed aggiornando i propri lavoratori alle applicazioni di tecniche volte al miglioramento energetico e sismico, investendo e scommettendo sul Paese Italia. Oggi la risposta della Politica qual è? Il bonus facciate con detrazione al 90%!”.
Quindi, un accenno ai possibili risvolti del provvedimento. “Ci permettiamo di porre all’attenzione del Ministro Franceschini e del presidente del Consiglio Conte una semplice domanda: avete pensato a quale reazione avrebbe suscitato la vostra frettolosa dichiarazione? Allo stato di fatto le conseguenze sono molteplici: condomini che chiedono di spostare i termini di pagamento delle opere in corso nell’anno 2020 per ottenere il beneficio fiscale del 90%, altri che chiedono di avere delucidazioni sulla tipologia di intervento tecnico da dover adottare (risparmio energetico o abbellimento delle facciate per avere il 90% di detrazione?), progettisti che devono capire quale intervento è corretto progettare, amministratori di condominio che devono sapere quale è la giusta delibera da adottare, condòmini che devono sapere quale è la giusta decisione da assumere, pena la loro personale responsabilità”.
“Sono tante – ha chiosato il presidente di Rete Irene – le riflessioni a cui badare, ma una su tutte fa comprendere la gravità di un’affermazione così improvida: si è pensato alle conseguenze che si sarebbero ricondotte sul mercato e sulla filiera, quali la completa destabilizzazione delle trattative in essere, il pericolo concreto dello slittamento dei tempi di delibera e di partenza dei cantieri, il danno economico presumibile a carico delle imprese e degli operatori di filiera?”.