Da una parte le associazioni degli inquilini; dall’altra quella degli agenti immobiliari. E al centro del dibattito il cosiddetto “emendamento anti Airbnb” al Milleproroghe, che sarebbe stato finalizzato a consentire l’attività di locazione breve di alloggi solo a seguito di rilascio di un numero contingentato di licenze comunali, ma che, dopo essere stato presentato, è stato ritirato.
Fiaip plaude al ritiro dell’emendamento PD a firma dell’on. Nicola Pellicani e della on. Rosa Maria Di Giorgi. Secondo la Federazione degli agenti immobiliari professionali, il fenomeno delle locazioni brevi è ancora poco conosciuto dal legislatore e avrebbe introdotto, anche in quest’occasioni inutili vincoli per gli affitti brevi. Bisogna invece fare attenzione su questo tema delicatissimo per l’economia, il Real Estate e lo sviluppo economico del territorio.
“Purtroppo si sta legiferando ancora una volta con provvedimenti improvvisati che penalizzano tutto il comparto, oltre all’economia e alle attività produttive locali delle città – commenta il presidente Fiaip Gian Battista Baccarini –. L’emendamento in questione, voluto assai probabilmente dagli albergatori, intendeva affossare le locazioni turistiche, invece di dare linfa al tessuto economico cittadino, contenere il fenomeno dello svuotamento dei centri storici e creare un forte stimolo per tutte le attività economiche e per il turismo”.
“Gli immobili sono una risorsa per il Paese e consentire l’attività di locazione di breve periodo di alloggi per uso turistico è un diritto per molti proprietari che investono nel settore. Per questo come Fiaip – conclude il presidente Baccarini – chiediamo al Governo un Tavolo urgente sulla riforma delle locazioni, volto ad analizzare il fenomeno e a strutturare insieme alla Regioni e al Governo misure di medio lungo termine per il comparto”.
Secondo Daniele Barbieri, segretario generale Sunia, “non sono stati sufficienti la mobilitazione e la denuncia di associazioni di cittadini, comitati, sindacati contro l’uso selvaggio del patrimonio abitativo che stravolge le città d’arte italiane, contrae il mercato dell’affitto stabile ed aumenta il livello degli affitti, per convincere il Parlamento ad affrontare finalmente il problema.
Altre città europee hanno posto da tempo dei limiti a questo fenomeno senza avere ripercussioni nei flussi turistici. Non si tratta di cacciare i turisti ma di dare il giusto valore al patrimonio immateriale delle città, fatto di relazioni, senso di comunità, cultura, vivibilità, senza dimenticare che in questo settore si annidano fenomeni significativi di evasione ed elusione fiscale in particolare da parte delle piattaforme digitali.
Sarebbe importante anche pensare all’utilizzo in alcune realtà delle aree interne per sviluppare una rete di ospitalità che possa rivitalizzare borghi spopolati ed in molti casi abbandonati – prosegue Barbieri –. Per questo pensiamo sia necessario aprire al più presto un confronto tra le istituzioni e le parti sociali per affrontare seriamente e senza slogan questa emergenza. È questo un obiettivo che il SUNIA auspica venga fatto proprio, anche dai comitati sorti in questi anni per contrastare il fenomeno.
È auspicabile che questa richiesta di confronto fosse sostenuta dai parlamentari per dimostrare concretamente la loro volontà di arrivare ad una regolamentazione”.