Coronavirus, Abiconf: le indicazioni agli amministratori e le richieste alla politica
In merito all’evolversi della situazione coronavirus, alle indicazioni di Anaci fanno eco quelle di un’altra primaria associazione dell’amministrazione condominiale: Abiconf, che per voce del presidente nazionale, Andrea Tolomelli (nella foto), e del direttore del centro studi, Vincenzo Vecchio, pur senza creare alcun inutile allarmismo, invitano le sedi territoriali dell’associazione a:
dare comunicazione agli associati delle Ordinanze Regionali o altri provvedimenti in essere;
- valutare la sospensione ed il differimento delle attività didattiche e congressuali;
- rendersi disponibili per ogni più opportuno collegamento tra le Pubbliche Amministrazioni e gli associati;
- raccomandare agli associati, se possibile, lo spostamento delle assemblee di condominio, salvo quelle necessarie ed urgenti.
- suggerire, per quanto possibile e nel rispetto delle previsioni di legge, di posticipare comunicazioni a mezzo raccomandata – che potrebbero comportare l’onere per i condomini di recarsi negli uffici postali – utilizzando il più possibile PEC, e-mail, comunicazioni a mezzo consegna in buca delle lettere e/o cartelli informativi.
Le richieste alle istituzioni
Vista la particolare situazione odierna ed alle incalzanti preoccupazioni per il futuro, che coinvolge pesantemente anche l’attività degli amministratori di condominio, Tolomelli e Vecchio chiedono, poi, a Governo, Parlamento, Regioni e Consessi locali di:
- posticipare almeno di trenta giorni le prossime scadenze fiscali ed in particolar modo gli adempimenti per le certificazioni e detrazioni d’imposta;
- comunicare alle associazioni di amministratori eventuali accorgimenti d’igiene e pulizia da adottare negli stabili in condominio, ove dovessero essere ritenuti necessari e/o opportuni;
- valutare e prevedere forme di sovvenzioni e sostegno anche per il mondo dei liberi professionisti – e tra questi gli amministratori di condominio – che tengano conto delle problematiche che stanno insorgendo anche rispetto alle giuste esigenze di quei lavoratori con figli nel caso di scuole o asili chiusi.