Sono arrivate ieri, 13 marzo, le prime risposte ufficiali dell’Esecutivo alle richieste di chiarimento delle Associazioni dell’amministrazione condominiale e, in particolare, dall’ANACI (che giovedì aveva inviato una lettera al Governo a firma del suo presidente Francesco Burrelli). O, almeno, sono arrivate le risposte per quanto riguarda le modalità di svolgimento delle assemblee di condominio in tempo di emergenza sanitaria Covid-19.
Come si legge nelle FAQ del Governo:
Sì: le assemblee condominiali sono vietate, a meno che non si svolgano con modalità a distanza, assicurando comunque il rispetto della normativa in materia di convocazioni e delibere.
Stante questo primo, importante chiarimento, la possibilità di convocare e svolgere assemblee in videoconferenza apre una serie di problematiche, tra le quali l’alta probabilità che le delibere approvate in tale modalità siano impugnate.
Ma vediamo, di seguito, come si era espressa l’ANACI sul tema, appena pochi giorni fa.
[A cura di: ANACI – Estratto dal Commento al DPCM dell’8 marzo 2020] Non esiste ad oggi norma o giurisprudenza che renda possibile le assemblee con collegamenti internet da remoto. L’introduzione di tale disposizione, seppure in una normativa avente carattere di urgenza, non può prescindere, ai fini di una corretta deliberazione, dalla regolarità della convocazione o dello svolgimento dell’assemblea. Qualora l’amministratore ritenesse di ricorrervi occorre che siano valutate le seguenti circostanze, tutte indicate in ottica di cautela per evitare possibili impugnazioni:
La mancanza delle garanzie sopra indicate, esporrebbe la deliberazione ad impugnazioni.