Detto fatto. Dopo la riunione straordinaria dei suoi vertici associativi, rigorosamente in videoconferenza, l’UPPI – Unione Piccoli Proprietari Immobiliari ha deciso di passare all’azione, scrivendo una lettera al premier Giuseppe Conte e ai ministri Di Maio (Affari Esteri), Lamorgese (Interno), Gualtieri (Economia), Patuanelli (Sviluppo Economico) Bonafede (Giustizia) e ai sottosegretari e ai parlamentari.
Obiettivo: fare da cassa di risonanza al grido di allarme lanciato dai proprietari immobiliari a seguito dell’emergenza sanitaria Coronavirus.
Come anticipato ieri su Quotidiano del Condominio, anche nella nuova missiva rivolta alla Politica, l’UPPI tiene a ribadire che «i provvedimenti assunti nel D.L. “Cura Italia” stanno fortemente penalizzando l’intero comparto della proprietà privata immobiliare. L’UPPI ha già denunciato pubblicamente l’inadeguatezza delle misure introdotte dal D.L. “Cura Italia” per sostenere il pagamento dei canoni di locazione delle attività commerciali chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus. L’infondatezza di detto provvedimento è manifesta laddove non si è tenuto conto che:
E ancora, nella lettera, firmata dal presidente nazionale avv. Gabriele Bruyère (in foto) si legge:
«L’U.P.P.I., nel tentativo di arginare le problematiche di cui sopra e rendendosi conto che le azioni giudiziali, anche quando potranno essere esperite, non risolverebbero il gravissimo problema economico e sociale che riguarda indifferentemente i proprietari e gli inquilini, nel tentativo di trovare una soluzione, ha formulato ragionevolmente delle proposte. Sono purtroppo rimaste del tutto inascoltate le richieste fatte al Governo di introdurre una cedolare secca al 5% per i canoni di locazione per tutti i contratti ad uso diverso dall’abitazione, relativamente all’anno 2020, per i quali i proprietari avessero concordato con i conduttori una riduzione del canone con l’assistenza obbligatoria e la relativa attestazione rilasciata dalle organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini riconosciute e firmatarie degli accordi di cui all’art. 2, comma 8, del D.M. 16.01.2017, secondo le singole esigenze territoriali».
>> Scarica qui il testo completo della lettera inviata al presidente del Consiglio <<