Le misure a sostegno delle partite Iva; quelle destinate alle aziende, ai lavoratori dipendenti, ai Co.co.co, alle famiglie in situazione di difficoltà e indigenza; le politiche economiche nazionali ed internazionali.
Un intervento a tutto campo quello del vice-ministro dell’Economia Laura Castelli, che in una diretta Facebook ha commentato diversi dei provvedimenti contenuti nel Cura Italia di marzo, e rassicurato sulle ulteriori misure che saranno messe in campo ad aprile.
«Il Decreto Cura Italia è una prima misura: serviva per intervenire immediatamente in una situazione di emergenza, e lo abbiamo fatto su alcuni capi saldi – ha spiegato Castelli –. Il primo riguardo la sanità, dove abbiamo previsto l’assunzione di medici, infermieri e di personale tecnico e di biologi. Siamo in una situazione in cui servivano molte più risorse, e le abbiamo messe.
Abbiamo stanziato più soldi per la Protezione Civile, che sta gestendo l’emergenza ed a cui va tutto il nostro supporto. Ed abbiamo inserito alcune norme relative alla produzione di materiale sanitario, per fare anche in modo che la burocrazia non rallentasse la produzione.
E poi c’è la parte del lavoro e quella per garantire liquidità alle imprese. L’idea è che nessuno debba perdere il proprio lavoro per colpa del coronavirus. Per questo abbiamo messo a disposizione risorse per la Cassa Integrazione, così che l’impresa, in questo momento di stop, possa riprogrammare senza lasciare a casa i lavoratori. Ed abbiamo previsto una serie di altre misure per i lavoratori atipici, le partite Iva, gli stagionali».
«Il sostegno al credito è vitale per gli imprenditori – prosegue il vice-ministro Castelli –. Con i primi provvedimenti abbiamo spinto ancora di più i Fondi di Garanzia per le piccole e medie imprese. Sono le risorse attraverso le quali gli imprenditori e gli autonomi, recandosi in banca, possono chiedere della liquidità garantita dallo Stato. È una modalità che funziona in tutta Europa.
Con il Cura Italia abbiamo potenziato anche gli strumenti di moratoria. Fino al 30 settembre le persone che hanno prestiti, mutui, fidi bancari, leasing, possono sospendere le rate. Non è una richiesta che va fatta: è scritto nero su bianco ed è applicabile subito. Questo si aggiunge alle sospensioni fiscali e previdenziali, a partire dalle aree maggiormente colpite e dalle società come quelle al di sotto dei 2 milioni di fatturato».
«Esiste un pezzo di questo Paese che è rimasto nell’ombra, a cui oggi dobbiamo guardare – ammette Castelli –. A questo pezzo di Paese dobbiamo allungare la mano e dire di non preoccuparsi, perché c’è lo Stato presente. In questa situazione di emergenza noi ci siamo.
Purtroppo c’è chi si trova in situazioni particolari e forse, anche per paura di controlli, non ha chiesto il Reddito di Cittadinanza.
Nel Decreto di aprile allargheremo le forme di aiuti previste per l’emergenza anche a chi si trova in una situazione di indigenza. Stiamo ragionando di ampliare il contributo di 600 euro. Non vogliamo che scoppi il panico, per questo stiamo lavorando al Reddito di Emergenza. Anche per questo abbiamo fatto due cose: abbiamo anticipato da maggio a marzo il Fondo di Solidarietà Comunale, che è legato all’attività ordinaria dei Comuni. E in più abbiamo aggiunto 400 milioni per far attivare, ai Comuni, queste reti territoriali di solidarietà».
Quanto al nuovo decreto di aprile, Castelli precisa: «Lo chiuderemo entro i primi dieci giorni del mese, in modo di poterlo varare tra il 12 e 13. Prima però dobbiamo tornare in Parlamento per chiedere nuovamente di scostarci dai saldi di finanza pubblica.
Sicuramente rifinanzieremo le misure del Cura Italia, e avendo la platea di chi li chiederà, potremo anche aumentare gli aiuti.
Nel Decreto di aprile entrerà, sicuramente, una parte di indennizzi sulla base della riduzione del fatturato. Lo Stato ti deve ridare quello che hai perso nei mesi in cui ti ha fatto chiudere.
In questo momento le cose vanno fatte bene, ma in maniera graduale per capire bene gli effetti delle misure.
Spingeremo ancora di più sul Fondo di Garanzia per le PMI, e le aziende non devono avere paura di chiederlo. Ci sono sia quelli del Ministero dello Sviluppo Economico, ma anche quelli presso Cassa Depositi e Prestiti.
Stiamo semplificando il più possibile le procedure, c’è l’impegno di tutti per chiudere i Decreti attuativi in modo veloce. E noi siamo convinti che ci debba andare dentro anche una parte legata alla semplificazione ed alla crescita. Misure che possano permettere di far ripartire i cantieri che sono fermi. Serve un lavoro di sblocco che produce cantieri e posti di lavoro».
«È innegabile che le regole che ci siamo dati ormai tanto tempo fa, nei Trattati, non si sono mai potute rivedere come il MoVimento 5 Stelle ha sempre chiesto. Abbiamo sempre chiesto che venissero rivisti dei parametri.
C’è una cosa importante, nei Trattati c’è scritto che le politiche economiche devono essere anti-cicliche. Vuol dire che i Paesi che soffrono di più ed hanno problemi di crescita devono essere sostenuti dall’Unione Europea. Questa regola, di fatto, non è mai stata attuata. E tante volte, in Europa, abbiamo litigato perché spesso maggiori risorse andavano a chi non ne aveva bisogno. Si pensi al tema dell’immigrazione.
Adesso stiamo affrontando questo discorso, perché nessuno può essere escluso in questo momento da una politica dei ricostruzione dei Paesi Europei. Tutti siamo coinvolti.
Come Italia non possiamo accettare strumenti europei di sostegno al finanziamento delle politiche che ci servono per affrontare questi mesi e far ripartire l’economia che abbiamo dovuto frenare per questioni sanitarie, pensando che possano continuare a valere le vecchie regole».