[A cura di: Lucia Rizzi, presidente nazionale Anapic – www.anapic.it] In questi giorni – tra mille difficoltà – le autorità cercano di aiutare gli operatori economici corrispondendo loro una certa somma. C’è il ricorso alla CIG, c’è il bonus di 600 euro, ci sono altre forme di sostegno al reddito. Destinatari sono le persone fisiche, i lavoratori, gli autonomi, i professionisti e altre categorie.
Il condominio, però, non è tra i diretti destinatari. Si può quindi presumere che esso ne beneficerà solo indirettamente.
In altre parole, i condòmini, una volta ricevuta la somma in luogo del reddito non percepito, si suppone che ne destinino una parte al pagamento delle spese condominiali. O almeno si spera.
Eppure, non va dimenticato che i condomini, anche se non produttori o percettori di reddito, ma semplici “enti di gestione” contribuiscono al volano economico.
Basti riflettere sul fatto che, con le spese condominiali, si pagano:
Se quindi i condomini non avranno denaro in cassa, ma dovranno attendere che i condòmini destinino parte del loro reddito al pagamento delle spese condominiali, il volano girerà più lentamente, né è ragionevole presumere che si potrà efficacemente ricorre a forme di esecuzione forzata.
Non si arriva a dire che anche i condomini dovrebbero vedersi accreditare 600 euro sul conto corrente condominiale – che, per legge, deve esistere – ma ci si sente di auspicare che i condomini non vengano dimenticati e non si trasformino in un granello di polvere che intasa o rallenta la macchina economica, quando ripartirà.