Sei associazioni dell’amministrazione condominiale e della gestione immobiliare unite per chiedere, ad una sola voce, alle società erogatrici di servizi di prima necessità (luce, gas, acqua) una migliore gestione dei casi di morosità in condominio durante l’emergenza Coronavirus.
A sottoscrivere la richiesta, i presidenti di:
Ecco i passaggi salienti della nota congiunta redatta dalle sei associazioni:
«Formuliamo – a sigle unificate – la presente richiesta al fine di assicurare la migliore gestione delle utenze di energia elettrica, gas e acqua potabile nei condomini che versino in situazione di morosità.
È considerazione diffusa che, per motivi contingenti alla sopravvenuta sospensione delle attività lavorative (e connesso collocamento in Cassa integrazione di molti dipendenti) o all’impossibilità di spostamenti (verso le banche o i nostri studi professionali), molti condòmini risultano morosi verso il pagamento degli oneri condominiali.
Con le Delibere 60/2020/R/com e 59/2020/R/com, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ARERA aveva previsto che le eventuali procedure di sospensione delle forniture di energia elettrica, gas e acqua per morosità – di famiglie e piccole imprese – venissero rimandate al 3 aprile 2020.
Nella successiva seduta del 2 aprile, ARERA ha disposto – con le Delibere 117/2020/R/com e 116/2020/R/com – la proroga del blocco di tutte le eventuali procedure di sospensione delle forniture di energia elettrica, gas e acqua per morosità di famiglie e imprese fino al 13 aprile 2020.
Le citate delibere prevedono che – dal termine del periodo di proroga – le aziende erogatrici siano tenute a riavviare le procedure di sospensione e tutte le comunicazioni necessarie prima di procedere ad effettuare qualsiasi operazione (es. disalimentare/ridurre la fornitura di energia elettrica e gas ovvero la sospensione/limitazione/disattivazione della fornitura di acqua).
In merito alla gestione della morosità generata nel periodo di emergenza sanitaria (quindi fino al 13 aprile salvo proroghe), è previsto che la comunicazione di diffida e messa in mora contenga:
Le Associazioni intestatarie, congiuntamente, ritengono opportuno estendere tale meccanismo a tutte le tipologie di utenza condominiale, a prescindere dalla tipologia di contratto applicato.
Si ritiene, inoltre, necessario procedere con la determinazione di un congruo termine per l’avvio delle azioni di costituzione in mora che tenga conto non solo del termine della situazione di emergenza, ma che consenta la raccolta dei fondi necessari al pagamento delle utenze medesime da parte dei condomini che – in periodo di quarantena – si sono costituiti morosi.
Tale termine non può, ragionevolmente, essere inferiore ad almeno 90 giorni dal termine dell’emergenza sanitaria, consentendo così agli amministratori condominiali di effettuare le opportune comunicazioni ai condòmini e riscuotere i conguagli necessari al saldo delle utenze, senza aggravi di spese per gli edifici amministrati.
Restiamo a disposizione per avviare un tavolo di confronto per la regolazione e la supervisione del fenomeno, a tutela degli associati e delle Vs. legittime pretese, in ottica di leale collaborazione, funzionale alla celere gestione delle situazioni di morosità».
>> clicca qui per scaricare la versione integrale della petizione <<