[A cura di: Giuseppe Bica, presidente nazionale Anammi – www.anammi.it] In tempi di guerra al Coronavirus, gli amministratori di condominio hanno indossato l’elmetto ed hanno continuato a lavorare. Senza indicazioni chiare da parte delle istituzioni, tranne l’invito allo smart working e al divieto di assemblea, i professionisti del settore hanno tenuto duro e sono andati avanti. L’emergenza non è ancora finita, ma non è facile attrezzarsi per il futuro. Il blocco della attività produttive sta già incrementando la morosità condominiale e, se non ci sarà almeno una parziale ripresa dell’economia, il secondo semestre del 2020 potrebbe essere davvero complesso.
L’Anammi, in questi giorni, ha già definito alcune raccomandazioni per i suoi oltre 13mila iscritti, cercando di sostenere gli associati nelle scelte quotidiane. La più importante riguarda il metodo di lavoro da adottare in queste settimane difficili e complicate. Tutti sperano di tornare al più presto alla normalità, ma sappiamo già che la cosiddetta “Fase 2” ci imporrà limitazioni importanti, a cominciare dai contatti sociali. Ecco perché ai nostri soci consigliamo di agire in scienza e coscienza, seguendo le regole. Del resto, laddove ci sia bisogno di interventi urgenti, l’amministratore può agire senza assenso preventivo. Gli stessi condòmini dovranno affidarsi alla serietà dell’amministratore, per poi ratificarne l’operato in un’assemblea tradizionale, che di certo non si potrà tenere a breve.
Diversa la riflessione che riguarda l’assemblea condominiale, ripensata con gli strumenti della telematica. Se lo smart working è piuttosto agevole da organizzare in uno studio professionale, non altrettanto si può dire di una riunione condominiale, sui cui pesano molte criticità. Anche se si tratta di riunioni da remoto, occorre inviare ai condòmini l’apposita convocazione, indicando modalità e tempi di svolgimenti. Ma soprattutto, ogni condomino deve poter contare su idonei strumenti di comunicazione telematica, condividendo l’identico servizio di messaggistica o video chat, concordata con i partecipanti. Anche la verbalizzazione delle operazioni dovrebbe essere molto puntuale, in particolare per quel che riguarda l’identificazione dei “presenti”, la loro partecipazione e l’esercizio del diritto di voto.
Realizzare tutte queste condizioni appare alquanto complesso: non dimentichiamo che, in un quadro del genere, i rischi di impugnazione dell’eventuale delibera sarebbero molto alti. Per queste ragioni, abbiamo consigliato ai nostri associati di non procedere allo svolgimento di assemblee in videoconferenza, e di rinviare, finché si può, a tempi migliori, in cui sia possibile realizzare l’assemblea di tipo tradizionale.
Su tutta una serie di attività – sanificazione degli spazi condominiali, guasti e riparazioni urgenti – gli amministratori hanno adottato il più antico dei sistemi: il fai-da-te. Abbiamo cercato da soli mascherine e Dpi per far fronte all’emergenza, abbiamo lavorato utilizzando prudenza e buon senso. Ma se davvero si vuole riaccendere il motore del Paese, chiediamo al Governo un sostegno più forte. Si badi bene: non chiediamo fondi, ma di lavorare in sicurezza.
Già agli inizi dell’emergenza Coronavirus, abbiamo insistito sulla questione del bonus facciate in condominio, che potrebbe saltare a causa della pandemia. Il bonus prevede infatti una serie di passaggi e di adempimenti che il blocco delle assemblee condominiali ha ovviamente rallentato, mettendo in forse i tempi delle ristrutturazioni. Inoltre, per avviare l’iter occorre la delibera dell’assemblea condominiale con il voto della maggioranza degli intervenuti all’assemblea e la metà del valore dell’edificio, ovvero 500 millesimi. Essendo ferme le assemblee fino a data da destinarsi, l’intero processo decisionale è bloccato. Se si considera che, al fine di documentare gli esborsi, entro dicembre è necessario aver effettuato i pagamenti dei lavori, il timore che la detrazione sia impossibile da realizzare è forte.
Chiediamo al Governo una proroga sul termine dei pagamenti fino al 2021, in modo da completare gli adempimenti richiesti per l’agevolazione. Se con la Fase 2, sarà possibile far ripartire i lavori in condominio legati al bonus facciate, ad avvantaggiarsene sarà l’edilizia, uno dei settori più importanti della nostra economia, che non vive solo di grandi cantieri, ma anche di manutenzione e ristrutturazioni. Inoltre, questo consentirebbe di svecchiare il nostro patrimonio immobiliare.
Ripartire dal condominio per far ripartire l’Italia: è questa la nostra idea di Fase 2.