Le assemblee condominiali? Perché non convocarle all’interno di cinema e teatri?
È la proposta indirizzata dal presidente di Confabitare, Alberto Zanni, al premier Conte e ai ministri della Giustizia e della Cultura, Bonafede e Franceschini.
“Con i provvedimenti che vietano gli assembramenti e le riunioni fisiche di più persone – esordisce Zanni – di fatto è diventato problematico gestire sia il regolare funzionamento di un condominio, che rispettare i vari adempimenti previsti per legge. Il blocco della ordinaria gestione rischia di paralizzare sia la regolare fornitura di servizi ai condòmini, che lo svolgimento delle manutenzioni (spesso indispensabili all’igiene e sicurezza), a maggior ragione se proseguiranno le difficoltà economiche delle persone, che limitano i fondi a disposizione degli amministratori”.
“Il recente decreto Rilancio – prosegue Zanni – pur avendo introdotto una novità molto interessante per i condomini, il bonus dal 1° luglio, non ha tenuto conto del fatto che nessun condominio potrà avvalersene. Per poter avviare i lavori con la detrazione, la cessione del credito o lo sconto in fattura, infatti, è indispensabile una delibera dell’Assemblea di condominio. Proprio quel tipo di assembramento che il Governo ha espressamente vietato, consentendoli solo «a distanza» come già avviene per le società. Opportunità che nel tempo verrà adottata da molti, ma oggi rischia di essere solo teorica, dato che non tutti hanno dei pc a casa, una connessione veloce, così come sono pochi i condominii attrezzati per partire subito.
L’aver introdotto una sorta di “esercizio provvisorio condominiale” potrà servire in molti casi, ma non risolve il problema dell’opportunità di accedere ai bonus. Ci sono molti condomini che non potranno deliberare i lavori perché, magari, ancora non hanno sistemato i bilanci preventivi e consuntivi”.
Per il presidente di Confabitare, “l’unica possibilità per superare il blocco dell’attività condominiale, far ripartire i lavori ed approfittare dei bonus, è quello di consentire la convocazione di assemblee da tenersi in modalità protetta. Come? Semplice, in ogni città ci sono teatri, cinema e sale pubbliche che, ad oggi, non possono essere utilizzate né lo saranno facilmente in seguito, almeno per molti mesi, fintanto che la gente avrà paura del contagio.
Si potrebbe normare l’uso di queste strutture per tenervi le assemblee di condominio.
Un singolo amministratore gestisce molti condomini. Potrebbe spalmare su tutti gli stabili il costo della sanificazione della sala, dell’adozione delle varie misure volte a garantire l’ingresso solo a chi non evidenzia febbre e quant’altro necessario. Una sala, in media, ha almeno 300 posti. Questo consente di distanziare ogni singolo condomino che interviene all’assemblea.
Gli Enti proprietari delle sale, invece, potrebbero ricavarne un piccolo affitto per ogni assemblea che, in molte città medie e piccole, dove magari di queste sale se ne trova solo una, potrebbe voler dire un discreto profitto da impiegare, magari, in lavori di adeguamento o mantenimento”.
“In questo modo – conclude Zanni – si garantisce la corretta gestione condominiale, la possibilità di avvalersi dei bonus, la messa in sicurezza igienica delle sale.