[A cura di: Sicet – www.sicet.it] “Il consuntivo sugli sfratti nel 2019 reso noto dal ministero dell’Interno, pur presentando dati in calo quasi ovunque, va preso con le molle e non deve indurre ad abbassare la guardia sull’emergenza casa“.
È quanto sostiene il segretario generale del Sicet Cisl Nino Falotico. “Se è vero che l’andamento delle sentenze di sfratto, delle richieste di esecuzione e delle esecuzioni giudiziarie risente degli effetti del ciclo economico – spiega il segretario del sindacato inquilini della Cisl – è chiaro che il 2019 può essere considerato un anno meno negativo di quelli precedenti poiché, a fronte di un generalizzato trend in ribasso, i numeri assoluti disegnano uno scenario che resta di forte sofferenza con oltre 48 mila nuove sentenze di sfratto emesse, in gran parte riconducibili a morosità degli inquilini, più di 100 mila richieste di esecuzione e quasi 26 mila sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario”.
Per il segretario del Sicet, “il quadro resta quello di un’emergenza sociale che la pandemia e la recessione che ne è seguita hanno ovviamente aggravato. Le risorse stanziate dal Governo per il sostegno agli affitti, anche se in crescita rispetto agli anni precedenti, sono ancora esigue, mentre permane il deficit strutturale di alloggi sociali che ci pone quale fanalino di coda tra i grandi Paesi europei. Le privatizzazioni degli anni ’90 hanno assottigliato la disponibilità di case popolari e il mercato regolato, in assenza di incentivi fiscali, non è riuscito a sopperire alla crescente domanda di alloggi a basso costo. Da qui l’urgenza di mettere in campo un nuovo piano casa che riallinei il nostro paese al resto dell’Europa dentro un contesto sociale in cui aumenta il ricorso all’affitto, specie delle giovani coppie con lavori precari nei grandi centri urbani”.