[A cura di: Adepp – www.adepp.info] I dati contenuti nel “I Rapporto AdEPP sul Welfare” parlano chiaro: i liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza (molti dei quali afferenti a vario titolo al comparto della casa e del condominio, come architetti, ingegneri, avvocati, etc.) hanno subito pesantemente la crisi dovuta alla pandemia da Covid 19 e, ancora una volta, hanno visto i propri redditi subire un calo.
Ma c’è un altro dato che appare evidente: tutto il sistema ha risposto alla crisi, proteggendo i propri iscritti e ridisegnando un welfare che, dopo l’emergenza, va oltre la previdenza e l’assistenza, fino a progettare il “welfare del sostegno alla ripresa”.
Il Welfare attivo è finalizzato all’empowerment dei liberi professionisti accrescendo le conoscenze e le competenze personali e puntando sul lavoro e sulla formazione.
Tutte le Casse iscritte all’AdEPP che hanno proceduto alla compilazione di un questionario partecipando all’indagine in maniera proattiva, hanno illustrato le azioni e le misure volte a promuovere l’esercizio della professione e l’attività del libero professionista, rappresentando l’evoluzione di un modello che dalle azioni di sostegno del reddito, punta a quelle di promozione del soggetto. Aumentare la visibilità dei professionisti nei confronti della clientela privata “retail” e per promuovere l’attività dei professionisti presso le aziende pubbliche e private, è un’azione messa in campo da quasi la totalità delle Casse che hanno ottenuto risultanti anche grazie agli accordi, ai partenariati ed ai protocolli siglati.
L’esperienza maturata negli ultimi anni dalle Casse corredata da indagini attuariali e di categoria, ha evidenziato come non sia sufficiente condurre azioni in maniera meramente mutualistica, ma che sia altresì necessaria una ulteriore attivazione delle politiche passive proprie di un Ente di previdenza.
Lo stanziamento di fondi dedicati al sostegno dell’attività professionale quali le coperture assicurative, i costi per l’avviamento al lavoro come acquisto di strumentazione e software dedicati alla professione, i contributi per la digitalizzazione degli studi libero professionali sono al momento attività che il sistema previdenziale dei liberi professionisti ha diffusamente riservato ai propri iscritti.
Si tratta di azioni strategiche che si aggiungono ai contributi per il sostegno alla salute, ai finanziamenti, alla famiglia e alla genitorialità attraverso i quali gli Enti si fanno carico delle necessità delle proprie platee.
La “Crisi Covid-19” ha fatto emergere e accentuato tutte le criticità e le problematiche con cui si scontrano i liberi professionisti che da molti anni tentano di superare le trasformazioni e i cambiamenti – in primis la rivoluzione digitale (A.I., machine learning, IoT, robotica, e altro).
Le Casse hanno approvato misure quali l’assistenza fiscale, proroghe, rateizzazioni e l’annullamento degli interessi e delle sanzioni, nonché – in alcuni casi – deroghe al criterio e al requisito della regolarità contributiva per poter accedere ai sussidi.
Anche di fronte alle forti difficoltà che avrebbero potuto avere un notevole impatto sulla stabilità e sulla sostenibilità dell’intero Sistema previdenziale, le Casse hanno anticipato i bonus statali. Per ogni mese, sono state ammesse al pagamento in media 495.000 richieste su un totale di iscritti attivi (non pensionati) di 1.298.000.
Sono state altresì implementate misure rivolte ai singoli professionisti e a sostegno della loro attività professionale, concedendo ulteriori bonus cumulabili con l’indennizzo pubblico, finanziamenti a tasso zero, contributi per i canoni di locazione dello studio professionale e per l’acquisto di beni strumentali, agevolazioni per il credito anche mediante la stipula di nuove convenzioni con banche e assicurazioni.
Inoltre, al fine di tutelare gli iscritti e le loro famiglie, le Casse hanno posto in essere azioni specifiche, prevedendo – nell’ambito della loro autonomia gestionale, organizzativa e finanziaria – l’erogazione di indennità a seguito di ricovero e per quarantena (obbligatoria e/o fiduciaria), rimborsi post-ricovero, contributi per la diagnostica (tamponi, test sierologici, etc.), consulenza telefonica o di video-consulto medico specialistico, nonché polizze sanitarie gratuite per indennizzi in caso di infezione da virus SARS-CoV-2.
Le Casse secondo una visione di lungo periodo volta anche a garantire la sostenibilità dell’intero Sistema – a seguito delle analisi rispetto alle necessità, i bisogni e gli ambiti di intervento per la ripresa dell’esercizio dell’attività professionale – stanno già investendo e attivando misure di “Welfare di sostegno alla ripresa” effettuando altresì un monitoraggio delle platee e delle categorie professionali che hanno registrato una riduzione o un aumento del reddito professionale a causa della pandemia.
Le Casse monitoreranno nei prossimi mesi quali mutamenti si verificheranno nel mercato del lavoro in termini di nuove possibilità e opportunità individuando i nuovi campi di applicazione del lavoro professionale.
“Dobbiamo cogliere – si legge nel Report – tutte le possibilità che ci vengono dall’Europa e portare una valorizzazione maggiore del nostro territorio negli ambiti ad esempio della riqualificazione ambientale, lo sviluppo sostenibile, le nuove tecnologie e gli strumenti di intervento in ambito sanitario, solo per citare alcuni esempi. Noi Casse di previdenza avremo l’opportunità senza precedenti sostenere e incidere sul lavoro libero professionale per rispondere meglio alle esigenze in evoluzione della sua organizzazione”.