Alessandro Blasi, consulente speciale del direttore esecutivo dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, ha pubblicato su LinkedIn un elenco dei dieci falsi miti più diffusi sull’energia e il clima. Eccoli.
Le energie rinnovabili non sono la fonte principale per la produzione di elettricità. Al primo posto, e nettamente, c’è il carbone.
Elettricità ed energia non sono la stessa cosa. L’elettricità vale meno del 25 per cento del totale dell’energia consumata.
La domanda di carbone non sta diminuendo, anzi: ha raggiunto nuovi record e potrebbe toccarne di nuovi nel 2022.
Il consumo di petrolio non si riduce alle automobili. La miscela viene utilizzata e richiesta anche dall’industria petrolchimica, dai camion e dagli aerei.
La crisi del coronavirus non ha fatto raggiungere il picco massimo alla domanda di petrolio. Le stime dicono che nel 2022 la richiesta del combustibile sarà più alta rispetto al periodo pre-pandemia.
Il settore dell’energia elettrica non è la fonte principale delle emissioni di gas serra. Più del 60 per cento delle emissioni provengono dall’industria e dai trasporti.
Le grandi compagnie petrolifere (o majors) non dominano il settore dell’oil & gas: tutte insieme valgono “solo” il 12 per cento delle riserve petrolifere mondiali e il 15 per cento della produzione totale.
Non è giunta la fine dell’era dei combustibili fossili, perché rappresentano ancora quasi l’80 per cento del consumo energetico mondiale, all’incirca come trent’anni fa.
La produzione energetica a basse emissioni di carbonio (low-carbon) non è trainata dall’eolico e dal solare, ma dall’idroelettrico e dal nucleare.
Le emissioni non hanno raggiunto un picco massimo. Al contrario, i dati sembrano indicare un nuovo record assoluto nel 2022.
IL RUOLO DEL CARBONE
Il carbone, afferma l’IEA, vale circa un terzo della generazione elettrica totale. E continuerà a svolgere un ruolo cruciale sia nei mix energetici dei vari paesi (nonostante gli impegni climatici e i piani di phase out), sia per l’alimentazione dei processi produttivi per il ferro e l’acciaio (almeno fino a quando non saranno disponibili nuove tecnologie).
L’Agenzia prevede che la capacità a carbone più intensiva verrà eliminata entro il 2040, se il mondo vorrà raggiungere il target di zero emissioni nette al 2050. L’anno scorso, tuttavia, la crisi dei prezzi del gas ha causato un aumento della generazione a carbone, in particolare in Cina, negli Stati Uniti e in Europa.
L’ELETTRIFICAZIONE
Anche se oggi l’elettricità vale circa il 25 per cento dei consumi energetici totali, come ricorda Blasi, esiste una tendenza all’elettrificazione: l’elettricità, cioè verrà progressivamente utilizzata per sempre più scopi, come la mobilità e il riscaldamento domestico, andando a sostituire altre fonti. Al momento, tuttavia, i combustibili fossili soddisfano l’80 per cento del fabbisogno energetico primario mondiale.
IL CONSUMO DI PETROLIO
L’IEA stimava che nel 2022 il consumo globale di greggio arriverà a 99,53 milioni di barili al giorno, contro i 96,2 milioni del 2021 e appena al di sotto dei livelli del 2019, prima dell’inizio della pandemia (99,55 milioni di barili).
LE EMISSIONI
Nel 2020, per via dell’abbattimento dei consumi energetici causato dalla pandemia, le emissioni globali di CO2 sono calate del 5,8 per cento, scrive l’IEA. Uno studio pubblicato lo scorso novembre dal Global Carbon Project prevedeva che le emissioni sarebbero aumentate del 4,9 per cento nel 2021, arrivando a 36,4 miliardi di tonnellate di CO2, simili ai livelli pre-pandemici.
Nel 2019, riporta l’IEA, le emissioni sono ammontate a 33,4 Gt di CO2; nel 2021 a 33,0 Gt.
FONTE: Comunicato Stampa Enea