Sarà il Tribunale superiore delle acque pubbliche a decidere una lite da 800mila euro in corso da 8 anni tra gli amministratori di un condominio e gli enti locali per stabilire chi deve pagare i costi di sistemazione idraulica in una via privata di Genova, rimediando ad un caos di tubature di diverso diametro che hanno determinato criticità e lavori pubblici.
Lo ha stabilito il Tar della Liguria con una sentenza che ripercorre la battaglia legale nel tratto di strada a monte di via Shelley, realizzato dai privati che hanno costruito gli stabili residenziali, costituito dalla soletta della canalizzazione del rio Penego.
“L’opera idraulica causa criticità conseguenti all’adozione di diverse tipologie costruttive (la tubatura, avente diametri differenti, è scatolare nel tratto a monte, poi ovoidale e infine circolare) che determinano un insufficiente smaltimento delle portate di piena con deflusso delle acque lungo la viabilità sovrastante”, spiega il Tar.
Nel 2014 la Provincia di Genova ordinava ai proprietari di eseguire gli interventi urgenti necessari per ripristinare la funzionalità dell’opera nel tratto, avvertendo che, in caso di inottemperanza, avrebbe provveduto in danno dei soggetti obbligati. Il ricorso contro questo provvedimento era stato respinto nel 2016 dal Tribunale Superiore delle acque pubbliche.
Nel 2020, la Regione Liguria, subentrata nella titolarità delle competenze in materia di polizia idraulica, ha disposto l’esecuzione d’ufficio degli interventi di ripristino della funzionalità idraulica della tombinatura del rio Penego, individuando il Comune di Genova come soggetto attuatore della progettazione e della realizzazione degli interventi. La Regione ha quindi quantificato in 800mila euro la somma da trasferire al Comune di Genova per l’esecuzione degli interventi in danno ed ha accertato la relativa spesa a carico nel condominio Rio Penego. Il Consorzio costituito fra le cooperative che avevano realizzato fabbricati in via Shelley e alcuni proprietari di alloggi della via hanno impugnato il provvedimento. Ora il Tar, dichiarando difetto di giurisdizione, ripassa la causa al Tribunale Superiore delle acque pubbliche.
Fonte: Agenzia Ansa